lunedì 31 agosto 2015

Il wifi di casa non prende? Dategli della birra


Il wifi di casa non prende? Dategli della birra... O almeno così sostengono gli inventori di questa trovata: vale a dire, fate un po' di bricolage applicato a una lattina di birra e trasformatela in una sorta di "parabola" per amplificare il segnale delle antennine del vostro router. Insomma, se proprio non avete nulla da fare, o se il segnale della vostra linea wireless è davvero così messo male... beh, provateci.


venerdì 28 agosto 2015

Pubblicità: vietato dire che la birra è "digeribile"

Che nella pubblicità dei prodotti alimentari si possano veicolare solo informazioni del tutto accertate (del tipo "Ricco di vitamine", "Basso contenuto di zucchero", "Basso contenuto di grassi"), sembrerebbe un principio scontato. Ma la Corte Distrettuale di Ravensburg, in Germania, ha deciso a questo proposito di bacchettare la fabbrica di birra Härle, a Leutkirch, per una definizione controversa.

Alla birra si può accostare l'aggettivo "digeribile"? Questa la vexata quaestio. Ebbene, la Corte tedesca ha stabilito di no. La tesi è che uno slogan pubblicitario di questo tipo possa aver insito un messaggio ingannevole, che faccia insomma pensare a un qualche miglioramento dello stato di salute tale da incentivare il consumo d'alcol. Una sorte che in precedenza era per la cronaca toccata anche al vino.

mercoledì 26 agosto 2015

Negli Usa ci sono più fabbriche che producono "gose" che a Lipsia

Negli Usa ci sono più fabbriche che producono "gose" che a Lipsia. E' proprio così. Anzi, negli States (ma anche l'Italia non è sfuggita per diversi aspetti allo stesso fenomeno) pare che lo stile di origine tedesca sia diventato quest'anno addirittura la moda dell'estate.


Ed è in effetti una birra dall'attitudine "estiva", la gose. Frumento, sale, coriandolo e lattobacilli ne fanno una bevanda leggera e delicatamente acida al contempo. Ma spicca il numero (qualche centinaio) di realtà "craft" sul suolo americano che hanno deciso di mettere in produzione una loro interpretazione del tema.

Soprattutto rispetto alle sole due birrerie a Lipsia (la capitale delle gose), più una a Goslar (originaria patria dello stile) specializzate entro i confini teutonici a perpetuare una tradizione - ovviamente secondo la rigorosa legge di purezza del 1516 - che dal dopoguerra s'era via via smarrita e che ora è tornata prepotentemente in auge a livello globale.

martedì 25 agosto 2015

Artigianale californiana registra il marchio "Queen of beers" e Bud s'infuria

Che Budweiser si fregi del titolo di "King of beers" (anche se non è chiarissimo a quale titolo) è risaputo. Nessuno aveva però "osato" appropriarsi della versione al femminile dello slogan, almeno finora. Ci ha pensato Beverage Co. di Lancaster, California, produttore artigianale che qualche mese fa registrato all'ufficio brevetti statunitense il marchio "Queen of beers" per la propria birra "She".

Il colosso di proprietà della multinazionale Anheuser-Busch pare non l'abbia presa bene... Rosso in viso, il geloso "Golia" ha sguinzagliato i propri legali per ricorrere in giudizio: troppo simile, lo slogan - questa la tesi - in quanto i consumatori potrebbero creder d'acquistare una birra prodotta dalla famiglia Bud, invece che un'IPA dal basso grado alcolico (pensata appunto strizzando l'occhio al pubblico femminile) prodotta da una realtà artigianale... 

Pillole di surrealtà, insomma.

giovedì 20 agosto 2015

Coldiretti: vola la birra Italiana all'estero (+27%), soprattutto nel Regno unito

Volano le esportazioni di birra italiana all’estero con un aumento del 27 per cento in quantità nel 2015 rispetto all’anno precedente, con quasi la metà della spedizioni dirette nel Regno Unito dove nei pub si diffonde la presenza delle produzioni artigianali nostrane. E’ quanto emerge da  una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi i primi cinque mesi del 2015 nel sottolineare l'importanza del palcoscenico internazionale offerto da Expo


Si tratta di un risultato – sottolinea la Coldiretti - che si è progressivamente consolidato con le esportazioni di birra dall’Italia nel mondo che sono triplicate negli ultimi dieci anni, in netta controtendenza rispetto alla crisi. 

A sostenere le esportazioni è infatti anche il boom nella produzione artigianale di birra Made in Italy che quando sono l’evoluzione di aziende agricole rappresentano l'autentica espressione del Made in Italy. Oltre a contribuire all’economia la birra artigianale rappresenta anche – prosegue la Coldiretti - una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i piu’ attivi nel settore con profonde innovazioni che vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. 

A sostenere la produzione italiana di birra ci sono poi le coltivazioni nazionale di orzo con una produzione di circa 860.000 tonnellate di orzo nel 2014 su una superficie complessiva investita di circa 226.000 ettari. Per quanto concerne la produzione di birra,  la filiera cerealicola unitamente al Ministero delle Politiche Agricole ipotizzano un impegno annuo di granella di orzo pari a circa 90.000 tonnellate. 

Da tempo Coldiretti ha stimolato, perseguito ed avviato la politica delle filiere corte del “Made in Italy” agroalimentare. Tale politica ha stimolato anche la nascita di talune iniziative progettuali nel segmento della birra artigianale o agricola avviando una nuova imprenditorialità costruita con l’impiego dell’orzo aziendale in un contesto produttivo a ciclo chiuso garantito dallo stesso agricoltore. 

In questa situazione di grande dinamicità, a supporto della trasparenza dell’informazione dei consumatori, è pero’ necessario - conclude la Coldiretti - qualificare le produzioni nazionali con l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine, per evitare che vengano spacciati come Made in Italy produzioni straniere.

Birra: in Arizona al volante si può, ma solo se analcolica

C'è un bellissimo film che, fra tentativi d'evasione e situazioni surreali in un carcere (Le ali della libertà), racconta tra l'altro di come leggi e burocrazia nascondano spesso punti deboli di cui è facile approfittare. Se li si conosce, naturalmente.

Ora, cambiando inquadratura, avete presente la cinematografia americana e quel che succede quando un simpatico signore in divisa ferma un'auto e trova all'interno anche solo una bottiglia aperta di qualsiasi tipo di alcolico?

Apriti cielo. Fuoco e fiamme. Terremoto e traggedia (cit). Dovesse capitarvi, votatevi al santo protettore preferito: non è che vi sbattano in cella e gettino via la chiave, ma...

Ecco, tutto ciò a meno che non stiate sorseggiando una birra in Arizona. E attenzione che sia analcolica, mi raccomando. Già, perché la legislazione dello Stato del Grand Canyon ha una falla rispetto a tutti gli altri, che in pochi conoscono.


In pratica, la normativa in Arizona prevede sì che non si possa bere alla guida, né tanto meno tenere neppure una bottiglia aperta (anche senza berla) nell'abitacolo, ma parla di "liquore alcolico", ovvero di una bevanda con almeno 0.5 per cento di spirito in corpo. La birra analcolica, per le leggi dell'Arizona, è invece semplicemente una "bevanda analcolica", cioè con meno dello 0.5% di alcol. E quindi esula dalla ferrea normativa.

Ecco, ora potete anche andare in Arizona e tracannarvi birra analcolica a garganella seduti comodamente sulle poltrone della vostra Cadillac con corna di bisonte sul cofano.

martedì 18 agosto 2015

Quando la birra fa vincere le battaglie. Forse

Anno 1776, guerra d'Indipendenza. Da un lato gli americani, un esercito poco preparato, ma motivato dal sogno della conquista della libertà nazionale, dall'altro l'efficiente ma non così infervorata macchina bellica britannica, infarcita anche di mercenari professionisti assoldati dalla Germania.


Come sperare di battere in particolare questi ultimi? L'idea geniale fu del generale Washington: attaccare la mattina di Natale, considerando che i tedeschi la sera prima avrebbero largamente approfittato della disponibilità di birra in loco. Questo il celebre "grimaldello" della battaglia di Trenton, vinta dall'esercito a stelle e strisce.

Con un finale a sorpresa, però. Fra i mille mercenari tedeschi catturati... non ce n'era uno che non fosse sobrio! In realtà, bastò la fiducia di Washington nel suo piano per dare lo slancio decisivo e riuscire a cogliere il nemico impreparato.

domenica 16 agosto 2015

La Corea del Nord cerca investitori stranieri per una nuova fabbrica di birra

La Corea del Nord sta cercando investitori stranieri per finanziare una nuova fabbrica di birra a Wonsan, città portuale orientale, dove il leader Kim Jong-Un ha grandi ambizioni di sviluppo.

Il dittatore nordcoreano Kim Jong-Un
Da reperire, 150 milioni di dollari in fondi esteri, anche per la fabbrica di birra. Pyongyang vorrebbe dar vita a una nuova Honk Hong: in realtà in Corea del Nord esistono già più di 20 aree economiche a statuto speciale (permettono addirittura anche a soggetti esteri di citare in giudizio lo Stato in caso di rottura di un contratto). Molti potenziali investitori sono però scoraggiati dall'isolamento del governo di Pyongyang, sottoposto a sanzioni pesanti dalla comunità internazionale soprattutto per via del proprio programma nucleare. 

La fabbrica di birra avrebbe lo scopo di produrre 50 milioni di litri di birra all'anno: 20 milioni di litri di birra alla spina, e 30 milioni di litri in bottiglie... di plastica! La domanda interna, infatti, cresce e molte città della Corea del Nord hanno cominciato a produrre proprie birre, nonostante la leader del Mercato nazionale resti comunque la lager Taedonggang  (spesso descritta come più "saporita" rispetto ad analoghi della Corea del Sud, cosa che non è mai andata giù a Seoul).

venerdì 14 agosto 2015

Chi vuole 4mila lattine di birra?

Va in pensione dopo 44 anni di onorata carriera. La sua eredità? Ben 4mila lattine di birra.


E' la storia del baffuto proprietario del famoso negozio di liquori Orlanda, a Rotterdam, lungo la centralissima Oude Binnenweg. Il 67enne commerciante - meglio noto ai propri clienti come "Il re di Orlanda" - a settembre abbasserà per l'ultima volta la saracinesca.

Nessuno sembra prenderà dalle sue mani il testimone, così il "re" ha messo all'asta su Internet il suo "tesoro", 4mila lattine di birra, più preziose per i collezionisti che per i degustatori. Pezzi unici provenienti da diverse parti del mondo.

mercoledì 12 agosto 2015

Adulterio smascherato sui social? Fatti una birra per dimenticare...

Hai scoperto che tua moglie è iscritta a un sito di chat erotiche? Lei è entrata nel tuo WhatsApp e ha letto i tuoi messaggi scottanti? Hai lasciato il computer aperto su Facebook a casa? O, al femminile, il tuo ragazzo ha commentato la foto di una sua ex su Instagram?

Insomma, se hai passato una giornataccia sui social network, consolati con una birra. Questo lo slogan di una tagliente campagna pubblicitaria che arriva dal Brasile, giocata sul tema dell'adulterio in versione 2.0. Il marchio è Boca Maldita, lo slogan finale tranchant è: "Alcuni giorni si desidera solo dimenticare".

martedì 11 agosto 2015

Ha 110 anni e da 70 si beve tre birre al giorno

Agnes Fenton vive nel New Jersey e ha 110 anni. E da 70 si beve tre birre al giorno... Miller, pare (più un whiskyno, tanto per non farsi mancare nulla). Nata nel 1905, a detta dei medici gode di una salute fenomenale e legge i giornali ogni giorno. 


La sua città natale,  Englewood, per il suo compleanno ha addirittura istituito l'"Agnes Fenton Day". E le sono arrivati anche auguri speciali da un birrofilo d'eccezione: il presidente Barack Obama. Beh, auguri: "Una birra al giorno toglie il medico di torno"... forse.