martedì 30 settembre 2014

Treviso crocevia di artigianali, homebrewers e solidarietà con l'Expo targato Brasseria veneta

E' tutto pronto nella Marca veneta per un evento di altissimo livello, brassicolo, ma soprattutto solidale. Questa, infatti, la cifra di “Expo – Una birra per tutti” a cura dell'associazione culturale “Brasseria Veneta”. L'appuntamento è per il weekend del 18 e 19 ottobre a Monastier, in Provincia di Treviso. La benefica kermesse, ormai alla quinta edizione, si terrà nell'accogliente cornice del Park Hotel Villa Fiorita.


L'aspetto più ambizioso, costruire un ponte fra homebrewing e contemplazione di birre artigianali “DOC”. In un unico contenitore, accogliere sia gli appassionati del fare la birra fra le pareti domestiche che i degustatori di specialità brassicole “craft”. Due mondi che s'intersecano, ma che non sempre hanno modo di incontrarsi in forma pubblica: da qui la scintilla che ha innescato il furore organizzativo della Brasserie Veneta, sodalizio attivo dal 2009 per la promozione della cultura birraria, che muove i primi passi per iniziativa di un gruppo d'amici con in comune la stessa passione, la birra fatta in casa, appunto.

I pezzi forti della due giorni? Degustazioni a raffica (secondo la tradizionale formula dei gettoni-assaggio, quasi 100 le birre artigianali presenti) e laboratori: davvero proverbiale imbarazzo, nella scelta fra (a pagamento) “Pregi e difetti della birra” (con il ricercatore Nicola Fiotti), l' “Abc della degustazione” (con John Daniele Stepancich), “Spillare e servire la birra” (con Manuele Colonna del pub romano “Ma Che Siete venuti a Fa’”), “L'officina della birra acida” (a cura di Paolo Erne dell' “Accademia delle Birre”), “Birra e pizza” (con Simone Cantoni), "Nicola e i formaggi" (con Nicola Coppe con Simone Cantoni) e infine (gratuito fino ad esaurimento posti) “FARE LA BIRRA IN CASA”. Prevista anche una tavola rotonda-laboratorio sul tema “Gluten Free” (Per partecipare: brasseriaveneta@gmail.com).

Ma tornando all'aspetto benefico della manifestazione, incontriamo un altro caposaldo dell'associazione, che nel proprio percorso culturale e associativo ha sempre tenuto a dar valore alla solidarietà. “Abbiamo iniziato raccogliendo fondi in una serata qualsiasi e tanto ci è sembrata una cosa positiva che abbiamo deciso di motivare la nostra solidarietà – hanno spiegato dal sodalizio - Da semplici raccolte fondi con piccole 'lotterie' spontanee che nascevano nel corso delle serate, ad eventi più ambiziosi”. Basti pensare che persino i bicchieri in vetro per l’Expo sono stati realizzati grazie a una generosa donazione e che il ricavato della due giorni andrà a sostenere il trasporto dei malati oncologici a cura della “Lega italiana per la lotta contro i tumori” di Treviso, l'adozione a distanza di bimbi disagiati della Costa d'Avorio, il finanziamento di corsi didattici per le scuole sul territorio veneto.

I birrifici presenti: Birrificio Antica Contea, Birrificio Bradipongo, Birrificio Artigianale Foglie d'Erba, Grana Quaranta, Habemus Birra, Birrificio Indipendente Elav, Fabbrica Birra Perugia, Piccolo Birrificio Clandestino, Birrificio Rurale e Birrificio del Forte (le cui birre accompagneranno anche il buffet gastronomico).

Selezionati anche 10 homebrewer soci della Brasseria Veneta che garantiranno la loro presenza nei due giorni con le loro produzioni per diffondere la cultura e la passione della birra fatta in casa.

Ospiti ANCHE il presidente di UNIONBIRRAI Simone MONETTI e il consigliere UNIONBIRRAI Tony MANZI.

Da ultimo una curiosità: per la prima volta in una fiera brassicola made in Italy, le specialità gastronomiche a buffet conterranno TUTTE una birra tra gli ingredienti (ricette a cura della gastronoma dell'Accademia delle birre Daniela Riccardi).

sabato 27 settembre 2014

Alla #milanobeerweek anche Kuaska per "scalare" il Birrificio Maiella

E' atterrato anche Kuaska alla Milano Beer Week. Lorenzo Dabove, universalmente considerato il maggior esperto italiano di birra, o meglio di birre (perchè come non rinuncia mai a ribadire, “LA birra non esiste, semmai esistono LE birre”) è stato protagonista di uno degli appuntamenti del festival diffuso (in 18 diversi locali del circuito meneghino) ideato dal giornalista Maurizio Maestrelli.

Massimiliano Di Prinzio e Lorenzo "Kuaska" Dabove
Una degustazione-presentazione allo Scott Joplin, primo pub indipendente di Niguarda e Milano Nord, con sotto ai riflettori una delle realtà emergenti del panorama delle birre artigianali del centro Italia, l'abruzzese Birrifico Maiella di Pretoro, Chieti. A presentare le proprie “creature”, il mastro birraio Massimiliano Di Prinzio, a condurre le danze, naturalmente, Dabove.


Di Prinzio (“Uno dei miei figli”, ha tenuto a premettere affettuosamente Kuaska), ha raccontato la propria esperienza professionale dagli albori, con un fermentatore da 120 litri, fino ad oggi, con un impianto appena rinnovato ed ampliato, ed ha fatto conoscere a una platea eterogenea di navigati appassionati e neofiti curiosi, quattro diversi stili.

A partire dalla blanche “Novi Luna”, impreziosita dai fiori che crescono sulle pendici della Maiella. “C'è voluto un po' per raggiungere il giusto equilibrio – ha commentato il birraio - Nella Novi Luna non mancano anche pepe bianco e camomilla, oltre ai fiori d'arancio che rappresentano l'aroma dominante”. 
“La zona della Maiella è famosa per i suoi pastifici, che si trovano notoriamente sempre in zone dove c'è un'acqua buonissima – è stato l'intervento di Kuaska -  In questo caso ne è nata una session beer leggera ma con carattere, figlia di una sperimentazione “sul campo” (il vero birraio non fa le birre a tavolino!). E pensare che la blanche rischiò addirittura di scomparire – ha proseguito l'esperto, estraendo dalla sua personale antologia un imperdibile aneddoto brassicolo – L'ultimo birraio a produrla ad Hoegaarden, Tomsin, giurò che avrebbe portato il suo segreto nella tomba, ma un lattaio texano, vicino di casa, che lo aiutava nel tempo libero, nel 1965 decise di rispolverare la ricetta attingendo unicamente dalla propria memoria”.

Poi è stata la volta della “Dea Maia”, bionda il cui nome è una dedica a un'altra montagna del gruppo della Maiella, arricchita da 7 luppoli (4 in bollitura, 2 dopo, 1 in dry hopping). “Un attacco d'aroma d'acacia, poi subito il luppolo, nitido: lo mandi giù e sparisce... si chiama taglio secco", è stata l'analisi tecnica di Lorenzo Dabove che poi, tornando sul tema delle spezie aggiunte alla fermentazione del mosto, ha regalato al pubblico un altro retroscena.
"Non fate mai domande dirette ai birrai! Dite voi cosa c'è nella birra... e generalmente vi diranno di sì! - ha sorriso - Eppure, bugiardi come i mastri birrai belgi non ne troverete... il numero uno è senza alcun dubbio il diacono di Rochefort: la “6” la “8” la “Rochefort 10” sono tutte e tre valorizzate con  il coriandolo, ma se glielo chiederete direttamente... il frate negherà a qualsiasi costo. L'unica è porre domande a trabocchetto del tipo: in quale delle tre hai messi più coriandolo?".

Per chiudere, Di Prinzio ha fatto conoscere la APA “Emigrante”, prodotta con ingredienti provenienti da tutte le nazioni in cui gli italiani sono emigrati nel tempo (dal sentore di luppolo “pasticcino”, “che ricorda un po' la pasta di mandorle”, ha confidato Kuaska) e la ale ambrata “Matthias”, con tre diversi cereali e miele, brassata con un lievito liquido dai profumi particolari.

[Di origine ligure, Lorenzo Dabove in arte Kuaska vive e lavora fra Milano e Genova. E' considerato il massimo esperto italiano di birra, soprattutto belga, noto in campo internazionale per il suo impegno nel promuovere il lambic tradizionale e la birra artigianale del nostro paese. Docente Slow Food, giudice internazionale alla World Beer Cup ed alla European Beer Stars di Monaco, presidente di giuria nelle competizioni nazionali di birrai ed homebrewers, fa parte di associazioni nazionali ed internazionali, ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche in Italia e all'estero, ha all'attivo numerose pubblicazioni e suoi articoli sono stati pubblicati su innumerevoli riviste italiane e straniere. Ma perché Kuaska? “Ho assunto artisticamente questo nome il 19 novembre 1982 per il personaggio di poeta alieno che facevo e faccio a volte in TV e teatro (ma ormai la birra mi porta via il 99% del mio tempo). E' l'abbreviazione di Kuaskanapucja ma non ha alcuna etimologia, l'ho inventato io”]

venerdì 26 settembre 2014

E' di uno storico cameriere dell'Oktoberfest il record mondiale dei boccali di birra


27 boccali di birra portati in una sola volta. Questo il record stabilito all'Oktoberfest da uno storico cameriere, che ha percorso ben quaranta metri in "sovraccarico". "Qui ho avuto modo di allenarmi a dovere". Non c'è che dire... come dargli torno?


giovedì 25 settembre 2014

#BirraioInSalotto “Birra artigianale colpa di Teo? Le IPA tutta colpa di Leo” #milanobeerweek

L'attesa ripresa del ciclo #BirraioInSalotto al Baladin Milano fra gli appuntamenti più in vista della Milano Beer Week, festival diffuso in 18 locali del circuito meneghino, ideato dal giornalista Maurizio Maestrelli, a cavallo fra incontri, menu in abbinamento, tap takeover, presentazioni di libri e guide a tema, serate d’intrattenimento.

Nel locale di via Solferino, sold out per l'occasione, a salire in cattedra è stato questa volta Leonardo Di Vincenzo del birrificio Birra del Borgo di Borgorose, in provincia di Rieti. Ospite del patron Teo Musso, il mastro birraio si è raccontato senza esitazioni, intervistato da Alessio "Islaz" Franzoso.

Leonardo Di Vincenzo, Alessio Islaz, Teo Musso e Valentina Brambilla
Una storia affascinante quella del Birrificio del Borgo, che nel 2015 festeggerà il decimo anniversario dalla nascita. C'era, infatti, una volta un ricercatore universitario di nome Leonardo Di Vincenzo, che un giorno è rimasto preda di un “raptus di follia” e ha trasformato in un lavoro quella che fino a quel momento era stata solo una viscerale passione.

Da studenti, con quattro soldi in tasca, abbiamo cominciato a fare la birra in casa banalmente per garantirci uno stock alcolico accettabile durante le feste universitarie – ha confidato – Ma quell'incontro si è comunque trasformato per me in un vortice incredibile di storie, tradizioni, culture. Per anni le mie successive vacanze sono diventate peregrinazioni per l'Europa, alla scoperta di tutti i tipi di birra”.

Poi, la “pazzia”. "Quando è uscito su una pubblicazione universitaria un mio articolo (al quale avevo lavorato a lungo e con fatica) senza firma – ha rivelato -  ho mandato tutti letteralmente a quel paese e voltato le spalle a quel mondo. Ci sono voluti tre anni per prendere il largo con la produzione: quando abbiamo aperto, nel 2005, a Roma c'erano forse solo quattro o cinque locali che servivano birra artigianale. E le artigianali alla spina erano addirittura fantascienza”. 

Nel 2007 ha aperto Bir&Fud (con Di Vincenzo e Manuele Colonna del pub “Ma che siete venuti a fa” alle birre e Gabriele Bonci al cibo) e da lì è stata una vera e propria reazione a catena. “Con Teo, che aveva già in mente un progetto simile, abbiamo quindi dato alla luce l'Open Baladin Roma, che ha fatto da ulteriore cassa di risonanza”.

Oggi il Borgo è fra le etichette più apprezzate (fra i birrifici della “seconda ondata”, spicca nel panorama del centro Italia al pari del Ducato di Giovanni Campari in pianura padana, col quale non mancano diversi punti di contatto a livello di varietà di stili prodotti e meticolosità “tecnica”). “Parafrasando il titolo di un articolo di qualche tempo fa, se in Italia “La birra artigianale è tutta colpa di Teo”, insomma le IPA sono tutta colpa di Leo”, è stata l'efficace battuta di Islaz. 

Al Baladin, Di Vincenzo ha, infatti, portato in primis l'ormai famosa “ReAle”, prima IPA (India Pale Ale) italiana. “Era quella che facevo in casa da hombrewer – ha raccontato - Un'antesignana delle luppolate oggi tanto di moda, con note agrumate dal luppolo, caramellate dal malto. 'E' una birra che non riuscirai mai a vendere', mi dicevano all'inizio. E invece...”. Poi in sala anche la acida ai lamponi “Rubus” e la “Equilibrista”, con mosto di Sangiovese fermentato insieme alla birra per tre mesi, poi imbottigliato con Metodo classico, con tanto zucchero per la rifermentazione, e lasciata un anno a riposo. 

Fra i temi della chiacchierata anche, uno tanto attuale quanto caldo, le Beerfirm (chi fa produrre una ricette ad impianti di terzi). “Non c'è rischio d'impresa, è questo che non va nel concetto di Beerfirm: manca la vera anima del birraio – ha rilevato - Mi viene in mente un aneddoto recente, una notte passata in bianco a pulire i filtri di un fermentatore che s'erano otturati durante un “dry hopping” (l'aggiunta a freddo di luppolo al mosto): al titolare di una beerfirm non sarebbe mai capitato, sarebbe stato tranquillamente a letto a dormire. Ultimamente mi sono anche giunte delle richieste e, dovendo aprire uno stabilimento in Australia, anche economicamente ci avrebbe fatto comodo, ma ho detto no. Senza nessun problema”.

La fotocopertina della festa della birra "Non è mica un bacio lesbo!"


"A tutti quelli che vedono un'effusione saffica dico di comprarsi un bel paio d'occhiali:  si vede benissimo che le due donne si baciano sulla guancia". Così il patron della fiera Oktobrfest Padova in seguito alle polemiche sorte sui social network riguardo all'immagine che fa da copertina all'evento. Sarà, intanto la strategia di marketing ha comunque cenntrato il suo obiettivo...

mercoledì 24 settembre 2014

‪#‎icebucketchallenge Mr Baladin fa una doccia di birra e nomina tutti i colleghi d'Italia

La BAM, Banca Alpi Marittime ha nominato Teo Musso per l'‪#‎icebucketchallenge per sostenere la ricerca contro la SLA. Il mastro birraio più famoso d'Italia s'è prestato al gioco e, in compagnia della giornalista Renata Cantamessa, è stato sommerso da una doccia di birra. Insomma, anche il mondo birrario si muove per portare la solidarietà e sostenere la ricerca nel difficile compito di sconfiggere la SLA. Mr Baladin, da par suo, ha nominato tutti i colleghi birrai disposti a condividere e sostenere insieme questa importante causa: appuntamento dunque per una futura gigantesca doccia collettiva a base di birra, in un grande evento probabilmente sotto l'egida di Unionbirrai.


Budweiser strappalacrime nel suo ultimo spot

#FriendsAreWaiting. Questo l'hastag scelto da Budweiser per la sua ultima campagna pubblicitaria sul cnosumo responsabile sul piccolo schermo. Ingredienti: un labrador, il suo padrone, l'amore fra loro, mentre la birra con gli amici è l'imprevedibile volto a spezzare potenzialmente l'idillio. 

Bello, nè... Ma ora vado a prenotare le analisi per controllare che non mi sia venuto il diabete.



martedì 23 settembre 2014

Sopravvive all'attacco di un coccodrillo perché intontito dalla birra


Proprio come nel mitico "Mr Crocodile Dundee". Eppure non è stata finzione, ma paura vera, quella di un ventenne australiano che nel Territorio del Nord è stato azzannato e trascinato sott'acqua da un bestione di due metri.

Ma la cosa incredibile è che il ragazzo si è salvato... per la birra. Ovvero, pare che il fatto che fosse in uno stato d'avanzata alterazione alcolica abbia giocato a suo favore: non s'è agitato (così da rendere l'animale più determinato), nè spaventato.

Proprio come nel film anni Ottanta, quando il "cocco" ha mollato la presa per afferrarlo meglio, il cugino l'ha freddato con un colpo di fucile e la preda è riemersa e s'è messa in salvo: solo una volta sulla sponda s'è resa conto del colpo di fortuna.

venerdì 19 settembre 2014

Culto a base di birra e striptease, a Milano sbarcano i pastafariani

Questa notizia mi fa letteralmente impazzire. Lo sapevate che al mondo esiste un "culto" chiamato Pastafarianesimo? E che fra i "crismi" di questa bizzarra religione c'è proprio la birra?

Tutto è nato qualche anno fa in Kansas (Usa) per protestare contro l'insegnamento obbligatorio della teoria creazionista nelle scuole. Così il 30enne Bobby Henderson ha avuto la bella idea di inventare ex novo un vero e proprio credo.

Se gli islamici possono circolare con il velo, noi pastafariani ce ne andiamo in giro con uno scolapasta in testa: perché, che problema c'è? E ci facciamo fotografare così anche per la carta d'identità, è una questione di principio!

Questo è solo un esempio della goliardico quanto provocatorio approccio del nuovo "culto", che dogmaticamente si fonda sulla creazione dell'universo da parte di una divinità alquanto stramba, il "Flying Spaghetti Monster", letteralmente un mostro volante fatto di spaghetti.


Brassicolmente parlando, interessante soprattutto, nella "teologia" del pastafarianesimo, che la concezione del paradiso sia dominata da due elementi fondamentali: la presenza di un vulcano di birra e di spogliarelliste mozzafiato (l'inferno è uguale, ma la birra è andata a male e la stripper trasmette malattie veneree).

La notizia in tempi recentissimi che lega il tutto al nostro Paese è che a Milano un gruppo di "fedeli" del pastafarianesimo è pronto a dar vita ad una vera Chiesa (in forma d'associazione culturale). E tra polemiche incrociate già viste su moschee e spazi di culto in concessione, gli adepti del colapasta hanno giustamente messo il sindaco Giuliano Pisapia alle strette: "Perchè i musulmani sì e noi no? Vogliamo anche noi uno spazio dove poter mangiare, bere birra e magari assistere a qualche spogliarello".

Insomma più un locale alla "Titty twister" del pulp-movie "Dal tramonto all'alba" che una vera e propria Chiesa... ma tant'è.

giovedì 18 settembre 2014

“Dream team” benefico dei birrai fra studenti, detenuti e... ministri

“Mr. Baladin” Teo Musso, Giampaolo Sangiorgi del Birrificio Lambrate di Milano, Leonardo di Vincenzo del rietino Birra del Borgo, Marco Meneghin (Revelation Cat e Birra Stavio), Valter Loverier del torinese Loverbeer, Orazio Laudi (del viterbese Birrificio Turan), Elio Miceli del romano Birrificio Boa, Manuele Colonna del 'tempio' capitolino "Ma che siete venuti a fà", dulcis in fundo Agostino Arioli del comasco Birrificio Italiano.


Davvero un “Dream team” spettacolare di birrai, tutti insieme per una virtuosa causa. Le cronache nazionali hanno infatti riportato con profusione di particolari la recente visita del Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, durante l'apertura dell'anno scolastico, all’Istituto agrario 'Emilio Sereni' di Roma, dove l'esponente del governo ha inaugurato, con un assaggio di birra, il microbirrificio creato all’interno della scuola e dove lavoreranno studenti, ma anche detenuti del carcere di Rebibbia (e per questo ha preso il nome «Vale la pena»).


Il Ministro s'è prestato alle foto di rito attorniato da una serie di aiutanti d'eccezione, fra i quali i noti birrai Teo Musso di Baladin e Giampaolo Sangiorgi del Lambrate, ben riconoscibili nelle istantanee circolate su web e giornali, ma un po' “snobbati” nel dettaglio degli articoli a corredo.

Davvero un bel momento per la visibilità del nostro progetto. Un enorme grazie a Teo Musso, Leonardo di Vincenzo e Giampaolo Sangiorgi per il fatto di sostenerci in questa avventura, ed a Marco Meneghin che ci ha fatto fare un ottima figura con il Ministro che ha molto apprezzato la sua birra – hanno invece confermato i referenti del progetto 'Semi di libertà', onlus che si occupa di inclusione sociale attraverso il lavoro - Partecipano tutti a titolo gratuito perché sposano il nostro progetto! La prossima settimana verranno Orazio Laudi, Elio Miceli, Manuele Colonna e poi ancora molti altri, senza dimenticare il 'nostro' ormai affezionatissimo Agostino Arioli, che è stato anche recentemente intervistato da La7 nel corso di un servizio che ci hanno dedicato”.

L'obiettivo è quello di realizzare un percorso professionalizzante di inclusione dei detenuti attraverso un microbirrificio artigianale. L'impianto, una sala cottura da 300 litri e due fermentatori da 600 litri, è donato dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca. I locali per la produzione e la didattica, sono messi a disposizione dall'Istituto Sereni, in via della Colonia Agricola a Roma. I fondi per la start-up del birrificio e le borse lavoro dei detenuti, sono infine erogati dalla Cassa delle Ammende del Ministero della Giustizia.

mercoledì 17 settembre 2014

Ma chi diamine contrabbanda birra dall'Egeo alla Repubblica Ceca?

Ok, ora ve la posto così come l'ha data l'Ansa:

LA SPEZIA, 16 SET - I funzionari dell'Ufficio antifrode delle Dogane e la Guardia di finanza hanno messo sotto sequestro otto barili di birra 'clandestina' trovati in un container provenienti dall'Egeo che doveva esser sbarcato a Amburgo. La birra era destinata a un'azienda della Repubblica Ceka. Il rinvenimento è stato possibile grazie allo scanner a raggi x dell'Ufficio Dogane. I barili sono stati collocati negli spazi doganali in attesa del nulla osta alla distruzione da parte dell'autorità giudiziaria.

Certo però che la notizia presta il fianco a una serie di leciti quesiti... Ad esempio:

- ma dall'Egeo alla Repubblica Ceca, bisogna per forza fare il giro dell'oca passando per La Spezia e Amburgo?
- e perchè mai un'azienda ceca dovrebbe farsi spedire dall'Egeo otto barili di birra? Cosa diamine possono contrabbandare mai di brassicolo fra le Cicladi greche che i bravi birrai di Pilsen e dintorni non sappiano fare?

Il mistero s'infittisce... continuate a seguirci, amanti del giallo (non solo quello con le bollicine dentro)

martedì 16 settembre 2014

Un Artisan beer festival davvero "green" a Bergamo


Location davvero "green" quest'anno per l'Artisan beer festival, che gli organizzatori di Bg Birra avevo promosso lo scorso anno in piazza Libertà. Il "Green village" creato dinanzi agli ormai dismessi Ospedali Riuniti è stato teatro di una tre giorni di degustazioni en plein air e di session musicali all'insegna dell'improvvisazione. Abbinato, infatti, alla manifestazione musicale "Taste in Jazz", il beer festival ha offerto agli avventori orobici un ventaglio davvero variegato di spine, stili e produttori. Nota personale, fra gli incontri brassicoli, anche la piacevole scoperta di un'elegante belgian ale, l'Aura del Birrificio Lariano.

L’Oktoberfest approda ufficialmente nelle Langhe

L’Oktoberfest supera i confini tedeschi ed arriva nelle Langhe E non stiamo parlando di una generica “Festa della Birra”, ma proprio dell’Oktoberfest, quello originale, bavarese. Il format ideato dalla birreria Hofbrauhaus per Genova, sinora unica tappa “ufficiale” italiana della kermesse teutonica, andrà in scena dal 9 al 12 ottobre a Cherasco, Nel Cuneese. Tutto riporterà al grande evento monacense: personale vestito con “Dirndl” tradizionale, piatti tipici e inno alla felicità delle feste bavaresi “ein Prosit der Gemütlichkeit”.

lunedì 15 settembre 2014

Birra cinese Tsingtao: nemo propheta in patria

Se pensate a una birra cinese, che vi viene in mente? La Tsingtao, of course.


Eppure la birra che domina nei ristoranti cinesi made in Italy praticamente in regime di monopolio, sembra incredibile, ma in patria è solo seconda (dietro alla Snow), con una quota di mercato pari solo al 17%.

E, ironia della sorte, il capitale della società è stato in parte acquisito dagli "odiati" cugini giapponesi della Asahi. Resta tuttavia un'icona e, nel quartier generale nel porto di Qingdao (500 km a Nord di Shangai) accanto all'impianto di produzione, non manca anche un visitatissimo museo.

domenica 14 settembre 2014

Giocatori del Siviglia premiati a peso... di birra

Un regalo davvero "di peso", quello che la Cruzcampo, sponsor della squadra di calcio del Siviglia, ha fatto ai giocatori, freschi (in primavera) di vittoria nell'Europa League, la vecchia Coppa Uefa, per intenderci.

La birra iberica ha deciso di di premiare i calciatori con tante bottiglie quanto il loro peso corporeo. Fatti i calcoli, ben 1600 litri... anche se pare che alla "pesa" alcuni atleti si siano presentati anche con cellulari e portafogli per tentare di "arricchire" il premio.

sabato 13 settembre 2014

Vietnam lancia "fatwa" contro la birra

Niente più birra ai minori, stop alla vendita in uffici pubblici, ospedali, perfino sui marciapiedi. E banditi anche il commercio online e i distributori automatici. Una vera e propria crociata, quella del governo vietnamita nei confronti della birra. Il motivo, arginare un fenomeno, quello dell'alcolismo, che nel paese asiatico ha ormai raggiunto livelli di allarme sociale. 

Ma nella nuova normativa, anche indicazioni più restrittive per combattere la produzione clandestina e di birra scadente: mossa che nelle intenzioni dei legislatori (che incoraggiano i cittadini a consumare soprattutto prodotti locali) dovrebbe dare una spinta al settore, anzichè affossarlo.

venerdì 12 settembre 2014

In Germania la "Gardaland" degli appassionati di birra


E' la Gardaland degli appassionati di birra e si trova in Germania, ad Abensberg, cittadina a una sessantina di chilometri a Nord di monaco di Baviera (sei ore da Milano).

Si chiama "Kuchlbauer's Bierwelt", letteralmente il "Mondo della birra" di Kuchlbauer, storico birrificio che ha avuto la bella idea di impreziosire il proprio quartier generale con un parco a tema, accanto allo stabilimento, dedicato naturalmente alla birra.

In poche parole, una torre-museo dalle forme architetoniche avveniristiche per nutrire la mente e tutt'attorno un biergarten (birreria-giardino) dove accontentare il palato en plein air.

Non mancano una la grotta dei nani, la casa dell'arte per i bambini e la più grande collezione al mondo di bicchieri e boccali, con una particolare attenzione allo stile Weisse. Da visitare (potendo).

mercoledì 10 settembre 2014

Crisi e trucchi: bottiglie allo stesso prezzo, ma con meno birra

L'ultima trovata delle aziende in tempi di crisi? Si chiama "Shrinkflation", suona un po' a metà fra riduzione e inflazione ed è un modo per continuare a mantenere prezzi invariati a fronte di maggiori costi di produzione. Si applica anche in campo birrario, ma, attenzione: il trucco è sì banale, quanto infido, per il consumatore finale.


In pratica, basta vendere una bottiglia allo stesso prezzo, ma metterci dentro meno birra. Questo almeno è quanto Carlsberg ha ammesso d'aver sperimentato sul mercato russo. Non risulta che la medesima politica sia stata praticata altrove, sinora: se proprio non vi fidate, potete sempre verificare sulla bottiglia se la scritta 33 cl è ancora invariata...

martedì 9 settembre 2014

#milanobeerweek, festival "diffuso" dal 22 al 28 settembre a Milano

Saranno ben 18 i locali del circuito #milanobeerweek, protagonisti della settimana d'appuntamenti itineranti all'insegna della birra artigianale su e giù per la metropoli (QUI LA MAPPA COMPLETA).

MILANO BEER WEEK (MBW) è un’intera settimana dedicata alle “birre d’autore”, intese come tutte quelle produzioni di piccoli e medi birrifici, italiani e stranieri, celebrata in alcuni dei migliori locali della città di Milano. Nasce sulla tradizione delle numerose “Beer Week” che si tengono ormai da anni in diverse città degli Stati Uniti, da Filadelfia a New York a San Francisco, e più recentemente in Europa, Londra e Parigi.

Non un normale “festival della birra” con un’unica location e un numero più o meno elevato di birrifici, ma di un vero e proprio festival diffuso in diversi ambienti tutti accomunati dalla passione e dalla valorizzazione delle birre d’autore. All’interno del “contenitore” MBW e dei diversi spot cittadini sono organizzate serate a tema: degustazioni guidate alla scoperta di grandi birre, incontri con il birraio, menu in abbinamento, tap takeover, presentazioni di libri e guide a tema, serate d’intrattenimento.


A pochi giorni dall'inizio, il web ne parla, i locali coinvolti stanno ultimando i programmi e la curiosità cresce. Il tutto dal 22 al 28 settembre: basta tenere d'occhio il sito www.milanobeerweek.it per rimanere aggiornati sul ricchissimo programma della manifestazione.

lunedì 8 settembre 2014

Allatta al seno e beve birra, mamma messa alla porta in un bar

Purtroppo ogni tanto capita ancora. Che "i più realisti del re" anche nel terzo millennio si scandalizzino per una mamma che allatta è scandaloso, eppure anche in Italia le cronache riportano di tanto in tanto qualche caso clamoroso di "cacciate" improprie da luoghi pubblici, biblioteche e teatri.


Certo, questo caso, accaduto in Virginia (Usa), è leggermente diverso, ma non nella sostanza. Crystal McCullough è stata messa alla porta di un bar perchè stava porgendo il seno nudo alla figlioletta affamata, ma anche sorseggiando un goccio di birra da un bicchiere preso dal tavolo. Una combinazione evidentemente fatale per i gestori perbenisti.

Se l'alcol in modiche quantità non è affatto proibito in fase d'allattamento, resta inqualificabile invece la messa alla berlina della donna per falsi pudori.

domenica 7 settembre 2014

Guinness rispolvera due Porter d'annata per intercettare i fan delle artigianali

Attenta alle nuove dinamiche di mercato e all'evoluzione dei gusti degli appassionati di birra, Guinness prova un'incursione nel segmento delle artigianali.


La notizia è l'immissione sul mercato di due varietà in stile Porter, la Dublin e la West Indies. Si tratta di due novità studiate per riportare d'attualità ricette tipiche della tradizione britannica fra Settecento e Ottocento. 

Il tutto nel quadro di un più ampio progetto che prevede, oltre alla riscoperta di antiche ricette, anche la possibilità di collaborazioni con birrai esterni per la creazione di nuovi tipi di birra.

La “Porter” è una “Ale”, ovvero una birra prodotta ad alta fermentazione grazie a lieviti che agiscono a temperature non basse, e prende il suo nome dagli scaricatori di porto di Londra dell'Ottocento fra i quali era più diffusa. E' da questo stile che sarebbe poi nata la Stout, poi divenuta celebre in terra irlandese proprio grazie a Guinness.

Se la Dublin è una porter "classica", la West Indies è intuitivamente più carica di luppolo, sulla falsa riga delle IPA.

sabato 6 settembre 2014

Cittadina del Colorado trasformata in uno spot vivente per la Bud

Crested Butte, cittadina del Colorado, si è trasformata in un gigantesco spot vivente. Strade e marciapiedi blu, manichini blu agli incroci, lampioni blu, festoni, manifesti, ricchi premi e cotillons. Il tutto per pubblicizzare su larga scala la Bud Light, in virtù di un accordo che la multinazionale controllata da Ab-Inbev ha stipulato con l'Amministrazione comunale in cambio di un assegno da ben 500mila dollari. Ma non tutti gli abitanti hanno digerito l'idea che la loro città sia stata "affittata" in blocco..


Una città come spot vivente, ma allestita anche per girare uno spot vero e proprio. Lungo la strada principale, fra vasche idromassaggio all'aperto, una cava di sabbia, luci di concerti e un palcoscenico, anche birra illimitata durante i giorni di riprese. "Non è roba da tutti i giorni che una società arrivi e dica 'Vogliamo donare mezzo milione alla vostra comunità. Vogliamo assumere i vostri cittadini, lavorare con i vostri bar e ristoranti', s'è difeso il sindaco.

venerdì 5 settembre 2014

Cincinnati dedica un murale alla storica produzione di birra


Cincinnati dedica un murale a uno dei capisaldi della propria tradizione produttiva, la birra. E lo fa a colpi di spray-art, naturalmente su una delle facciate di uno storico birrificio. E c'è anche un sito dedicato, fra immagini e filmati, alla realizzazione dell'opera "work in progress".

giovedì 4 settembre 2014

I VICHINGHI: Niente corna sugli elmi, ma... birra sì!

Un divertissement letterario leggero leggero su un popolo "da dieci e lode" nel bere birra, da me preparato per il portale di promozione della cultura birraria I LOVE BEER.

"Impossibile poi non citare la mitologica “Heidrunn”, gigantesca capra del Valhalla dalle cui mammelle sgorgano fiumi di birra"

mercoledì 3 settembre 2014

La birra nelle bottiglie di plastica? Meglio di no... forse

La domanda se l'è posta un noto sito che si occupa di tecnologia. Perchè per imbottigliare la birra non si usa anche la plastica?

Del resto, magari in Italia no, ma all'estero si tratta di una frontiera già sperimentata: lo sanno bene gli spettatori delle Olimpiadi tenutesi nel 2012 a Londra, che la versione "in PET" di una nota lager olandese se la sono trovata fra le mani...

Beh, un problema sarebbe connesso alla porosità della plastica, rispetto a vetro ed alluminio: quindi peggior mantenimento della pressione e minor capacità di evitare il rilascio nella bevanda di molecole "aliene".

C'è poi un problema di "pastorizzazione": innalzare repentinamente la temperature per abbattere potenziali batteri, in campo industriale sarebbe fattibile solo a fronte di bottiglie prodotte con un tipo di plastica particolarmente resistente.

Infine, contenere birra secondo standard in linea con vetro e alluminio significherebbe proteggerla dai raggi solari attraverso una marcata colorazione o schermatura che renderebbero però più complessa e difficile la procedura per il riciclo adottata generalmente per le bottiglie trasparenti.

martedì 2 settembre 2014

Camion si ribalta, strage di birra on the road

Cari amici, un minuto di raccoglimento per questa tragedia occorsa in quel di Huston, Texas... ;) 


Per la serie, quando un'immagine vale più di mille parole...

lunedì 1 settembre 2014

Studio Usa: marketing e packaging più decisivi del gusto

Secondo uno studio condotto dall'American Association of Economist, a fidelizzare il consumatore nei confronti di una lager commerciale non è tanto il gusto, quanto l'immagine.


Marketing e packaging insomma prima del sapore. Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno fatto testare un range di lager commerciali "alla cieca" a due gruppi diversi di consumatori e colpisce in primis che in molti casi le "cavie" non siano riuscite a distinguere una birra dall'altra, e in secondo luogo che molti che, alla vigilia dell'esperimento, ritenevano di preferire un preciso marchio rispetto ad altri, al termine della prova hanno cambiato idea.