lunedì 30 giugno 2014

Dall'Elba, una birra speciale per Papa Francesco

Una birra speciale  per Papa Francesco da parte del birrificio Birra Napoleon dell'Isola d'Elba. 

Il Mastro Birraio Marcello Anastasi, insieme al Governatore della Reverenda Arciconfraternita di Misericordia di Portoferraio Simone Meloni ha consegnato alla Santa Sede il “Cappello di Napoleone” n. 4 della serie limitata e numerata delle bottiglie Anniversary 1814 realizzate da Birra Napoleon in occasione del Bicentenario Napoleonico.


Dei soli 50 pezzi numerati e realizzati in granito dell'Isola d'Elba dove al suo interno è incastonata la bottiglia, il numero 4 rappresenta il pezzo più importante della collezione, poichè il “quattro” è il giorno in cui Napoleone giunse all'Isola d'Elba (4 maggio1814).

Al Santo Padre è stata inoltre donata anche una bottiglia della Confezione Anniversary 1814, la numero 266, poichè il Santo Padre è il 266° Vescovo di Roma.

domenica 29 giugno 2014

La Lombardia pensa a un impianto regionale per la maltazione dell'orzo

Nuova "crociata" dell'assessore regionale lombardo all'Agricoltura Gianni Fava, dopo il recente intervento contro l'aumento delle accise. In difesa della birra, questa volta niente barricate, ma un propositivo slancio  soprattutto a sostegno del sempre più emergente mondo delle artigianali, con l'idea di dar vita a un impianto regionale per la maltazione del'orzo.


"Nella nuova agricoltura lombarda la produzione di birra artigianale non rappresenta più una nicchia ma un fenomeno consolidato su cui occorre lavorare insieme ai produttori", ha detto l'assessore regionale  all'Agricoltura Gianni Fava, intervenendo a Milano alla presentazione della nuova Guida delle Birre d'Italia, edita da Slow Food.

"Dal momento che c'è chi produce le materie prime, ma non tutti possono farlo - ha rilevato l'assessore - l'idea è di realizzare un grande impianto lombardo per la maltazione dell'orzo che possa servire tutte queste realtà piccole e medio piccole non in grado di farlo in proprio". 

"Con il progetto "Luppoli di Lombardia" spingeremo per riconvertire parte delle attività agricole di Lombardia oggi vocate ad altro. L'obiettivo è di arrivare a una filiera del luppolo lombardo. C'è un mercato che cerca materia prima, non possiamo permetterci di perdere questa occasione".

sabato 28 giugno 2014

Birra e cellulari, un rapporto d'amore e odio

Dalle APP per tablet e cellulari legate alla birra alle campagne "Non abbiamo il wi-fi, parlate tra di voi", quello fra i cosiddetti "device" e la "bionda" è un rapporto d'amore e odio. Se volete saperne d più, leggete l'approfondimento che ho preparato per il portale di promozione della cultura birraria ILOVEBEER.

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venerdì 27 giugno 2014

Quando a bere birra sono addirittura bimbi di due anni e... Gesù

Siamo un'antologia di notizie più o meno curiose sul mondo della birra, lo dice l'intestazione stessa. Potevo ordunque tacitare le due più strambe degli ultimi giorni? No, anche se, detto fra noi, per entrambe non siamo all'iperbole... ma ben oltre. 

Quindi armatevi di pinze giganti e prendete con molta cautela la storia di Cheng Cheng, infante cinese di soli due anni che l'universo globale dei media ha ormai fatto salire agli onori delle cronache perchè preferisce la birra al latte, ha crisi d'astinenza se rimane senza, ha una premurosa zia che dichiarerebbe “Poverino, i suoi occhi sono sempre sulle bottiglie d'alcol” e due genitori che il temutissimo Governo cinese avrebbe indagato per una foto del piccolo che ingolla “bionda”. Mah.

Di tutt'altro genere il romanzo dello scrittore portoghese Alfonso Cruz “Gesù beveva birra”, nel quale il protagonista, un professore in pensione, è convinto il nazareno prediligesse la “bionda” non solo perché a quel tempo il vino era la bevanda degli odiati Romani, ma anche la trasformazione del chicco d'orzo in malto e poi “spirito”, funzionerebbe come  un'(ardita) allegoria della Resurrezione.

giovedì 26 giugno 2014

Una birra tedesca dedicata a un Comune brianzolo

Il marchio tedesco Kulmbacher ha deciso di dedicare un'etichetta speciale al paese di Misinto. Accadrà nel corso della “Misinto Bierfest” in programma dal 4 al 13 luglio nell'area feste di via Marconi, con l'avvio del progetto, che prevede, nel corso 2014 e 2015, la produzione e la messa in commercio in bottiglia in concomitanza con la prossima edizione della festa (la 20esima) e in coincidenza con l’Expo. 

Show durante una delle passate edizioni
La 19° edizione conferma l’attenzione al sociale e l'impegno verso la comunità misintese (parte del ricavato verrà infatti destinato a progetti sociali per il paese) e prosegue inoltre nell’impegno a favore dell’ambiente con utilizzo di materiali totalmente biodegradabili per bicchieri, piatti e posate. Potenziato anche il Biergarden, un’area giardino che nel corso del 2014 ha visto la piantumazione di luppolo e orzo. 

Accise birra, assessore lombardo all'agricoltura stronca Governo Renzi

"Il Governo punta a innalzare le accise sulla birra e, come previsto, ottiene l'effetto boomerang. Lo studio realizzato da Ref, e rilanciato da Assobirra, dice infatti che gli introiti derivanti dall'aumento della fiscalità scenderanno da 177 a 68 milioni (-62 per cento) su base annua. È l'ennesima prova che l'Esecutivo, nella foga di reperire risorse che non ci sono più, sbaglia totalmente la cura. Ancora più grave è il rimbalzo negativo che tale provvedimento provocherà: una perdita secca di 2.400 posti di lavoro". A dirlo è l'assessore all'Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, che, già lo scorso ottobre, aveva firmato la petizione di Assobirra contro l'aumento delle tasse sulla birra.

"Comprendiamo la fretta del premier Renzi a raschiare ove possibile soldi - prosegue l'assessore regionale all'Agricoltura della Lombardia - ma questi sono i risultati del sistema centrale, che illude gli Italiani di agire rapidamente, solo perché denigra i corpi intermedi e non li ascolta più". "Ora il Governo ha la possibilità di seguire le indicazioni di Assobirra - conclude l'assessore - e di ridurre su livelli più consoni una tassa odiosa come l'accisa sulla birra, che ha portato solamente due effetti: meno lavoro e una ulteriore depressione sui consumi".

mercoledì 25 giugno 2014

Mondiali, le nazioni più “birrofile” vanno meglio

Mentre sta arrivando in dirittura finale la prima fase dei campionati mondiali di calcio in Brasile, il verdetto del campo, anche in senso “birrario” sembra confermare lo strapotere dei Paesi con  tradizione brassicola più radicata, rispetto alle nazioni cosiddette “emergenti”.


Su tutti, Germania e Belgio, in testa ai rispettivi giorni. Le due nazioni che per antonomasia incarnano, seppur con scuole di pensiero molto diverse, la quintessenza dell'universo-birra (la prima icona della tecnica “a bassa fermentazione” con le sue lager e celebre per un “editto di purezza” dal 1516, ancor oggi attuale, la seconda invece famosa per le sue birre complesse prodotte “ad alta” e la tradizione delle abbazie e dei monaci-birrai) volano verso la fase degli scontri diretti insieme all'Olanda, altra patria mondiale del “nettare di Gambrinus” (leggendario re patrono della birra) con marchi leader internazionali del Mercato, e la Francia.

Fra i Paesi emergenti, bene sul terreno di gioco per ora anche Brasile e Messico, che negli ultimi anni hanno visto una crescita esponenziale del consumo di birra (i carioca in classifica sono al terzo posto dopo Cina e Usa con 12800 litri/anno, i discendenti dei Maya invece al sesto con 6890), e l'Argentina. Alterne fortune invece per gli stati “mediterranei”, la brutta Italia eliminata, la Spagna e la Grecia, che se sul fronte brassicolo non vantano nel Vecchio continente un blasone pluricentenario, invece nel palmares calcistico sono state negli ultimi anni assolute protagoniste.


Non brilla per ora anche il “futuro”, secondo molti analisti, del Mercato della birra mondiale, ma anche del mondo del pallone, ovvero l'Africa. Male, infatti, Ghana e Cameroun, meglio Nigeria, Algeria e Costa d'Avorio. Ma a sorprendere, fino a questo punto, è soprattutto la débacle di un'altra bandiera del concetto stesso di birra a livello internazionale, l'Inghilterra. Ai britannici pare proprio manchi birra (“ale” o “bitter” che sia) nelle gambe, questa volta: sono infatti fermi a zero punti.

martedì 24 giugno 2014

Quando un microbirrificio diventa “troppo grande” per essere artigianale?

Quando un microbirrificio diventa “troppo grande” per essere artigianale? La domanda è di stretta attualità negli States, dove il Mercato di settore sta assistendo alla vertiginosa crescita dei birrifici artigianali indipendenti (+20% di vendite nel solo ultimo anno), che allarma i colossi della grande distribuzione nonostante la fetta dell'universo “craft” al momento s'attesti fra l'8 e il 14% del totale.

Negli Usa il limite è stabilito in 6 milioni di barili di birra all'anno (un gigante del calibro di Budweiser ne produce invece, per intenderci, circa 40 milioni). Una soglia inizialmente fissata sui 2 milioni di barili, poi però necessariamente ritoccata dalla Brewers Association proprio per via della crescita globale del settore.


E in Italia? “Negli Usa il mercato delle artigianali in quattro anni è passato dal 6 al 12%, ma lì si parla di birrifici che producono fino a 200mila ettolitri l'anno, quando in Italia la media non arriva a 400/500”, ha rilevato il mastro birraio del Ducato, Giovanni Campari, in un recente incontro al Baladin Milano. La soglia per i microbirrifici nel nostro Paese s'attesta sui 10mila ettolitri l'anno e sono davvero poche le realtà a gravitare attorno a quelle sfere: insomma, numeri davvero lontani rispetto alla situazione a stelle e strisce.

giovedì 19 giugno 2014

#BirraioInSalotto, Giovanni Campari: “Artigianali, un mercato ancora tutto da costruire”

Giovanni Campari
I concorsi? “Non portiamo mai tutte le nostre birre e non li facciamo tutti”. Le Ipa? “Lager luppolate e con carattere sono allo stesso modo interessanti”. Le beerfirm? “Sono malevole per il sistema”. La serata al Baladin Milano con Giovanni Campari del parmense Birrificio del Ducato per il sesto martedì del ciclo #BirraioInSalotto (QUI e QUI le prime due puntate) è stata anche una chiacchierata informale nel corso della quale il protagonista, incalzato dall'anfitrione Alessio Islaz, ha potuto saltare di palo in frasca fra spunti birrari e non e raccontare a ruota libera di amici e fascinazioni.

Il birraio dev'essere in genere anche un buon degustatore, perchè deve saper riconoscere pregi ma soprattutto piccoli difetti in modo da affinare variazioni di volta in volta. Bisogna sapersi mettere in gioco: in questo noi italiani, rispetto ad esempio alla tradizione tedesca, ci sentiamo più liberi di sperimentare, tenendo sempre conto però che l'eccesso non porta da nessuna parte”, ha voluto aggiungere il birraio nel completare il quadro della propria visione del mondo delle artigianali.

Blogger @work
Arti marziali, scuola di coltello italiano... durante la serata s'è scoperto che il birraio-filosofo dal profilo greco ha anche un fisico allenato e interessi più empirici, come ha sottolineato Alessio Islaz citando le rivelazioni del collega birraio Luigi “Schigi” D'Amelio di Extraomnes durante un precedente martedì al Baladin (“Schigi è stato mio maestro durante i corsi di degustazione, è un provocatore nato e sulla tastiera diventa un belva”, ha sorriso Campari nel dar conferma delle proprie predilezioni).

E restando in tema di colleghi, fra i birrifici che Giovanni Campari porta nel cuore, naturalmente il Birrificio Italiano (“per la sua serietà”), Baladin (“per la sua visione imprenditoriale”) e Brewfist (“per il marketing”). Ma fra gli altri, il birraio parmense ha anche voluto citare Juri Ferri dell'abruzzese Birra Almond '22, Simone Dal Cortivo del vicentino BirrOne, Gino Perissuti del friulano Foglie d'Erba ed Enrico Dosoli del brianzolo Menaresta.

Giovanni Campari con la moglie e Alessio Islaz
Il mercato della birra in Italia è ancora tutto da costruire – ha concluso Campari – Quelli della mia generazione sono stati i primi ad aprire quello della ristorazione, che tuttavia è un fronte ancora aperto. Il punto nodale resta la distribuzione, oltre a una filiera con passaggi sostenibili anche a livello di prezzo finale. Ripeto, c'è ancora molto da fare: negli Usa il mercato delle artigianali in quattro anni è passato dal 6 al 12%, ma lì si parla di birrifici che producono fino a 200mila ettolitri l'anno, quando in Italia la media non arriva a 400/500”.

mercoledì 18 giugno 2014

Giovanni Campari #BirraioInSalotto: “Il futuro? Saranno le birre acide”

Giovanni Campari
Giovanni Campari del parmense Birrificio del Ducato al Baladin Milano, parte seconda (qui il primo tassello della chiacchierata andata in scena in via Solferino due martedì fa per il ciclo #BirraioInSalotto). Dopo filosofia e racconto di sé, le birre.

Fra le perle del Ducato assaggiate al Baladin Milano, la pluripremiata VIAEMILIA, una keller pils per tre volte di fila iridata nella World Cup Usa e anche in Germania. Di lei il suo “papà” ama con orgoglio sottolineare come i contadini del Nord della Baviera, terra d'origine di questo radicato stile, ostentino sul davanzale delle loro finestre una bottiglia del nettare parmense, poiché è l'unico nel quale riescono a ritrovare in maniera autentica i sapori del loro luppolo.

NEW MORNING è stata la seconda scoperta che la platea di via Solferino ha fatto durante la serata. Nata sempre durante l'apprendistato con Agostino Arioli, è una “saison” che fiorisce d'erbe, dal coriandolo alla calendula, dallo zenzero alla camomilla. Il suo nome è un omaggio a una canzone di Bob Dylan che parla dello stupore avvertito nei confronti della natura (“Come l' “egiziana” Nora di Baladin, Morning non potrebbe mai vincere alcun concorso, perchè avulsa da qualsiasi stile codificato... i giudici possono concentrarsi su una o due spezie, non su un bouquet, ma la natura per sua essenza, non la puoi incasellare...”, ha raccontato Campari).


Gran finale con LA LUNA ROSSA, una acida invecchiata in botti di legno, ricorda il lambic e il suo creatore ci scopre sentori di frutta, smalto e vecchie carte da gioco. Ribes rosa, prugna... ideali secondo il birraio per un abbinamento tranchant: il gelato alla crema! 

Del resto, il futuro per Giovanni Campari saranno le “sour”, birre acide, complesse, capaci di avvicinare al mondo delle artigianali anche gli appassionati del vino.

martedì 17 giugno 2014

Un po' birraio, un po' poeta, un po' filosofo: Giovanni Campari il #BirraioInSalotto del mese al Baladin

Cari aficionados, scusandomi per il blackout di BirraNotizie delle ultime due settimane, esattamente a due martedì di distanza, vi regalo le cronache del sesto appuntamento “In salotto col birraio” nella cantina di via Solferino. Ospite del Baladin Milano, Giovanni Campari del Birrificio del Ducato.

Giovanni Campari del Birrificio del Ducato
L'alchimista parmense è uno dei birrai della cosiddetta “seconda generazione”. 37 anni, una laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari, ha mosso i primi passi come homebrewer, ma la sua “palestra” è stato il Birrificio Italiano di Lurago Marinone, dove s'è formato per cinque lunghi mesi da umile stagista alla corte di Agostino Arioli.

Campari ha confidato la propria visione di un “mestiere che è molto più mestiere... è una forma espressiva”, conquistando la platea con grande trasporto comunicativo. Un po' poeta e un po' filosofo, insomma, il mastro birraio del Ducato è fra i più apprezzati del panorama nazionale grazie a una caratteristica che è anche il suo punto di forza: la capacità di affrontare a 360 gradi lo scibile degli stili birrari - dalle birre acide alle belghe, dalla bassa fermentazione a quella spontanea - ottenendo risultati sempre ad altissimo livello (tanto da contendersi sul filo di lana la palma del migliore con etichette "top" come Baladin).

Il pubblico nella cantina di via Solferino
“Ogni nuova produzione – ha raccontato – è una nuova scoperta, è divertimento e al tempo stesso emozione. Non sempre la strada giusta la s'imbocca al primo tentativo, l'incontro con nuovi sapori, il fatto di ritrovare nel bicchiere sensazioni organolettiche spesso sepolte nella memoria,  guida l'ispirazione. Poi occorrono tecnica e creatività: per questo sovente, nel creare una nuova birra, mi lascio anche influenzare dalla musica o dalla letteratura”.

I primi esperimenti col fermentatore di Giovanni Campari (“pasticci con le pentole” li ha amorevolmente definiti) risalgono ai tempi dell'Università, un laboratorio utile soprattutto per tradurre nella pratica quanto appreso solo in teoria nelle aule accademiche. “La prima volta che Kuaska (Lorenzo Dabove, considerato il massimo esperto italiano del settore, ndr) ha assaggiato una mia birra m'ha sputato in faccia – ha sorriso Campari trovando la complicità del moderatore Alessio Islaz di Baladin Milano, che ha raccontato d'aver incontrato la medesima sorte - “Il bollito è a Carrù”, ha ironizzato, avendo sentito chiare litolisi”. “Un altro maestro, Agostino Arioli – ha continuato – mi ripeteva in continuazione: “Testù (testone in brianzolo, ndr), s'impara di più a fare cento volte la stessa cotta che a farne cento diverse...”.

lunedì 9 giugno 2014

Birra annacquata e col caramello: Coldiretti bacchetta l'Ue

“Pretestuose le ragioni di chi sostiene si tratti di un falso problema, o di una questione marginale. Si ingannano i consumatori, usando il colorante caramello al posto della tradizionale intensità d’uso del malto (o torrefazione dello stesso), proprio per sopperire all’uso del malto in quantità adeguate”.  Così la Coldiretti sull'ultima polemica birraria ad aver avuto risalto sulla Rete e sui media in generale.

Si tratta della possibilità, introdotta a metà maggio dall'Unione Europea, di aggiungere colorante caramello a “bevande a base di malto” (sostituti economici della birra che vengono commercializzati in alcune zone del Vecchio Continente e che non possono fregiarsi della denominazione di vendita “birra”). 

“Si cerca di nascondere al consumatore… la bassa presenza di malto, certo più costoso di zucchero o …coloranti – è la posizione della Coldiretti - Il Regolamento 505/2014 dell’Unione, pubblicato lo scorso 15 maggio, apparentemente sembra una mera autorizzazione di additivi. Ma nei fatti, è un atto normativo in grado di falsare ancora di più la concorrenza tra imprese oneste e meno oneste, e anche ingannare i consumatori che si trovano davanti ad una bevanda rettificata con caramello per donarle migliore aspetto”.

Una bevanda cosiddetta a base di malto contiene al massimo un 6% di malto (contro il 20% necessario per la birra) e in genere ha un colore conseguentemente pallido. Col caramello, potrebbe secondo Coldiretti arrivare a vestire i panni di una birra “vera”. 


In Italia il problema però potrebbe porsi solo a livello di import di prodotti scadenti, da tenere sotto osservazione.

Giriamo la domanda a voi: VI SIETE IMBATTUTI IN QUALCHE NEGOZIO O DISCOUNT IN BIRRE "ANNACQUATE"? Scrivete o mandate una foto a birranotizie@gmail.com

sabato 7 giugno 2014

Ma Katy Perry... una birra più "introvabile" no?

Manco avesse sentito l'irrefrenabile esigenza di soddisfare un appetito brassicolo particolare. Che so... una rara birra al sapore di zenzero degli altopiani della Papuasia o una delle poche bottiglie annualmente prodotte dall'ultimo monaco-birraio ottantenne abbarbicato su un eremo greco.

Ma Katy Perry... dovevi salire agli onori delle cronache perchè ti sei fatta spedire ad Hollywood dall'Irlanda dieci casse di Tennent's? Ma un supermercato (ammettiamolo, almeno di buon livello) no? Pare, infatti, che la pop star sia rimasta folgorata sulla via di Glasgow proprio durante una tappa del suo tour mondiale.

mercoledì 4 giugno 2014

Usa: arriva la crociera di lusso a tema birre artigianali

Negli States si sono inventati pure la crociera di lusso a tema birre artigianali. L'idea è della compagnia Crystal Cruises, che ha deciso di proporre una navigazione da New York a Miami con degustazioni a bordo con “ciceroni” di livello e attracchi “dedicati”, con escursioni-visite a microbirrifici per vedere, oltre che gustare, il “fenomeno” craft-beer. Un'idea che in Europa è più facilmente declinabile in senso fluviale e che ha già conosciuto sperimentazioni in particolare lungo  il Danubio, con tappe dalla Germania fino a Vienna e Bratislava.

martedì 3 giugno 2014

Finisce su una lattina di birra, prof licenziato in tronco

E' senza dubbio un personaggio particolare, Paul Roof. Forse basta anche solo la definizione "personaggio". Uno di quelli che curano con tale maniacalità barba e baffi da partecipare persino a concorsi dedicati.

Proprio in uno di essi, il professore associato di sociologia alla Charleston Southern University (Sud Carolina, Usa) è stato immortalato da un fotografo e l'immagine è finita nel suo peregrinare fino a un'azienda produttrice di birra che l'ha stampata su una lattina.

Ora, il problema è che i datori di lavoro del pittoresco prof sono i dirigenti di una scuola cristiana di vedute non così larghe... "L'immagine non è consona per un ambiente cristiano", gli hanno detto. Ed è scattato il licenziamento.

E ora il baffuto accademico ha fatto causa al birrificio per l'immagine utilizzata a sua insaputa, e per idiritti, e per un risarcimento a causa della perdita del posto di lavoro.

lunedì 2 giugno 2014

A Napoli le buche stradali si tappano coi tappi (di birra)


L'idea è di Tappo'st-Arte contemporanea, un collettivo all'insegna della creatività nel rispetto dell’ambiente. Proponendosi di innovare attraverso l’arte, riciclando oggetti di uso quotidiano Luigi Masecchia, napoletano doc, ha così varato la prima rassegna di opere pensate e realizzate sull’utilizzo di tappi riciclati raccolti nei vari locali della movida napoletana. “E se riempissimo le buche sui marciapiedi coi tappi?” è stata l'ultima estrosa provocazione.

domenica 1 giugno 2014

Anche in Val Sesia è arrivato un gustoso “Intruso”


A Sizzano, borgo di 1500 anime allo sbocco della Val Sesia (Novara) è arrivato un gustoso “Intruso”: questo il nome attribuito alla prima birra artigianale prodotta in paese, che si va ad affiancare alla lunga tradizione vinicola. A produrla quattro soci: i sizzanesi Davide Comero, Alberto Bianchi, Alessandro Zaninello e il torinese Tullio Loffredo.