lunedì 28 settembre 2015

Simulare gli effetti nefasti del petrolio con la... birra scura

Come simulare gli effetti nefasti del petrolio su un corso d'acqua? Ma con la birra scura, naturalmente!

Questa l'idea di un gruppo di ambientalisti del Quebec, Canada, che un'esperimento a base di malti tostati l'hanno messo in cantiere per amore del fiume dal quale prende il nome anche la loro città, ovvero Matapedia, nella penisola i Gaspé, poco sopra il Maine e il confine americano.

Una zona dove le contestazioni in tema d'ecologia sono all'ordine del giorno e dove sorvegliata speciale è una società ferroviaria locale accusata d'aver scaricato nel fiume 6.000 tonnellate di roccia per combatterne l'erosione degli argini. Roccia però "non lavata", quindi "sporca" di residui ferroviari nocivi fra cui il petrolio, che avrebbero addirittura messo a repentaglio il delicato ciclo di riproduzione del salmone atlantico.

venerdì 25 settembre 2015

La vittoria di Pirro della Cina: primo mercato per la birra, pochi profitti

E' la vittoria di Pirro della Cina. Vale a dire, un successo zoppo, per certi versi.

Da ormai alcuni anni la Cina è il primo mercato al mondo in termini di produzione e consumo di birra. Attorno ai 50 milioni i chilolitri di birra prodotta, il doppio degli Usa, per intenderci.

Eppure è difficile fare business, nella terra del Dragone. Così almeno sostiene il gigante SABMiller: la Cina rappresenta un quarto dei volumi di birra del mondo, ma solo il 3% del profitto globale.


Un esempio? La birra più venduta al mondo, la Snow (di cui Sab è comproprietaria), secondo la Deutsche Bank ottiene solo il 2% del suo utile operativo dalla Cina, dove la concorrenza vede primeggiare in larga parte invece il colosso multinazionale concorrente AB InBev (anche se nell'aria c'è una possibile fusione fra i due), Tsingtao Brewery Co., Pechino Yanjing Brewery Co e Carlsberg.

mercoledì 23 settembre 2015

Un portale per far conoscere (in Germania) le birre locali tedesche

Lo sapevate che in Germania ci sono 1300 birrifici, ma che all'80% hanno un mercato locale o al massimo regionale?

Per questo ora è nato BierSelect.de, un portale online nato in terra teutonica per far conoscere, entro i confini nazionali, le produzioni artigianali e non a diffusione limitata e quindi spesso semi-sconosciute.


La piattaforma è stata lanciata all'inizio del mese di agosto: 50 fabbriche di birra e più di 150 birre differenti per iniziare. Ce n'è davvero per tutti i gusti e i portafogli.

Peccato solo che una delle condizioni del portale sia: "Le consegne saranno effettuate in linea di principio solo in Germania"...

venerdì 18 settembre 2015

Lattine di birra giganti, "metallare" e... a colazione

Un post di stranezze birrarie declinate nel mondo delle lattine.


La prima è una linea di nuove maxi-lattine lanciata nello Utah da Wasatch breweries, che ha deciso di inciccionire la classica misura da 33 cl battezzando un formato finora davvero inusuale negli Usa.

Poi c'è la lattina celebrativa della metal-band per antonomasia, i Metallica. Prodotta dalla canadese Labatt con marchio Budweiser, sarà una linea celebrativa limitata alla sola nazione dell'acero rosso e prodotta in soli 91mila esemplari.


Infine, come non farsi mancare una lattina di birra a colazione? L'idea  è stata della Wheaties, colosso dei cereali, che ha creato una birra per accompagnare i propri corn-flakes a colazione. La "colazione dei campioni", verrebbe da dire...

mercoledì 16 settembre 2015

In Veneto il solo evento brassicolo dove assaggiare le birre fatte in casa

E' un evento unico nel suo genere, per gli appassionati di birra di qualità e in particolare per quelli con il pallino della birra fatta in casa. Intanto all'Expo di Brasseria Veneta sono gli organizzatori dell'omonima associazione culturale a scegliere e invitare uno per uno i birrifici ad essere presenti con un loro stand. In più, si tratta del solo Expo brassicolo nel quale gli homebrewer partecipano portando le loro birre da far assaggiare agli avventori. E un'altra caratteristica della kermesse è la beneficenza: tutto il ricavato è devoluto ad associazioni solidali come la Lega tumori (Lilt Treviso) e "Un giorno per Emma" e per un ponte con l'Africa attraverso l'adozione a distanza.

"Tengo a sottolineare che siamo del tutto autonomi e che riusciamo a dar vita alla tre giorni con le sole nostre forze - ha spiegato il presidente di Brasseria Veneta Antonio Di Gilio detto "Doc" (è infatti un vero medico, oltre che appassionato homebrewer )- Per noi è un fatto importante. La nostra non è una sagra, nè una festa, nè una fiera: l'obiettivo è promuovere la Cultura brassicola a tutto tondo. Ad esempio attraverso laboratori come quello tenuto da Nicola Coppe sui lattobacilli (ma in tema di birre acide avremo anche la presenza dell'esperto Paolo Erne e un'area dedicata, oltre a un focus sull'affinamento in botte), o la lezione-flash per imparare i rudimenti della birra fatta in casa, o ancora le degustazioni di birre con abbinamenti di pasticceria, cioccolata e formaggi di malga. Quanto agli homebrewers, il concorso in primis, ma anche una novità: i mastri birrai presenti hanno fatto da tutor agli amatori, dando la ricetta di una loro birra da 'clonare' in versione domestica e assistendoli durante la produzione. Ne vedremo (e assaggeremo) delle belle, insomma".

EXPO UNA BIRRA PER TUTTI - 6ª edizione si svolgerà il 26-27 SETTEMBRE 2015 a VILLORBA di Treviso.

martedì 15 settembre 2015

Dipendente in contrasto col birrificio apre le valvole e lo allaga

Accadono cose singolari, a volte, nei birrifici. Come nel caso del Wanaka Beerworks di Wanaka, Nuova Zelanda, dove un dipendente in contrasto con la filosofia gestionale dei propri capi ha deciso di mettere in atto un'estrema forma di protesta. Si è introdotto nottetempo nel birrificio e ha aperto le valvole dei fermentatori allagandolo con ben 12mila litri di birra. Un danno quantificato in circa 80mila dollari che è costato al 53enne protagonista del blitz una multa di 26mila dollari e una condanna a 400 ore di lavori socialmente utili.

sabato 12 settembre 2015

Trenta locali dove bere birra di qualità sotto la Madonnina durante la Milano Beer Week

30locali30 pronti per la Milano Beer Week, seconda edizione del primo "festival birrario diffuso" in città, ideato dal giornalista Maurizio Maestrelli, andrà in scena dal 21 al 27 settembre per avvicinare al mondo delle birre il pubblico milanese.

Tutti riconfermati quelli della scorsa prima edizione, ovvero lo storico birrificio milanese Lambrate, sia nella location di via Adelchi sia in quella di via Golgi, e ancora il Lambiczoon, Baladin Milano, Pazzeria, La Belle Alliance, la Brasserie Bruxelles, il Mulligans Irish Pub, la Ratera, l’HOP, l’Isola della Birra, il BQ de Nòtt e il BQ Losanna, lo Scott Duff, lo Scott Joplin, l’Hilton Hotel Milano e quelli che l’anno scorso erano i nuovissimi Sloan Square e Impronta Birraia

L'ideatore Maurizio Maestrelli
Impronta Birraia raddoppia, affiancando alla location di via Tucidide quella più recente di Via Sciesa. Si sono poi aggiunti l’Au Vieux Strasbourg, ben nota birreria in zona Città Studi, il Birrificio La Ribalta con il suo brewpub inaugurato appena il 20 maggio scorso e il Carolina’s

Il Woodstock Pub è una pietra miliare a Milano, della storia della birra in Italia e un pioniere del “multiculturalismo” birrario, il Beerbacco, giovane locale nella centralissima zona di Corso Garibaldi fa felicemente “convivere” birra e vino e il ristorante La Pobbia che è entrata a far parte della Milano Beer Week grazie a un’attenzione specifica verso le birre artigianali italiane che, sui suoi tavoli, possono brillantemente abbinarsi anche alla cucina tradizionale milanese come seguire un menu interamente pensato a loro. 

Al suo debutto nella Milano Beer Week c’è anche il Cheers Pub che è diventato il primo e unico locale in Italia dove trovare regolarmente, servita direttamente dal tank, la leggendaria prima pils della storia, ovvero la Pilsner Urquell, non pastorizzata. Altra importante novità di questa seconda edizione è quella rappresentata dall’ingresso del The Brew, il primo beershop (con mescita, durante la settimana 21-27), che ha aperto la strada anche a questa importante “categoria” nella Milano Beer Week. 

Infatti è stato coinvolto subito dopo anche un altro beer shop, l’Hops Beer Shop che, invece, ha già, oltre a parecchie birre in bottiglia, quattro spine e offre un servizio di piccola cucina. Infine, il The Ghost, un pub in stile inglese e accogliente come solo un salotto di casa può essere e quella che è probabilmente la prima birrifriggitoria di Milano, il Tutti Fritti, dove fritti davvero gustosi e ben fatti possono essere accompagnati a birre anche “importanti”.

giovedì 10 settembre 2015

510 tappi di birra e... il tavolo è fatto!


510 tappi di birra e... il tavolo è fatto! Questa l'idea, tramutata poi in una vera e propria opera d'arte, di un creativo internauta che ha semplicemente preso un tavolo, vi ha aggiunto una cornice attorno, ha dipinto lo sfondo di nero e poi ha giocato con i tappi di 50 diverse etichette di birra, ricoprendo il tutto con una superficie vitrea. Niente male, vero?

martedì 8 settembre 2015

Lombardia, Consiglio regionale: via libera a mozione salva-microbirrifici

Milano, 8 settembre 2015 –  Troppe tasse sulle birre rischiano di uccidere un settore nascente dell’economia come i microbirrifici, con gravi ricadute occupazionali. La preoccupazione arriva dal Consiglio regionale della Lombardia, che oggi ha approvato una mozione (primo firmatario il vicepresidente dell'assise, il lumbard Fabrizio Cecchetti), con la quale si chiede che la birra sia riconosciuta come prodotto agricolo e dunque che la filiera possa essere sostenuta e aiutata anche con le politiche comunitarie


La Lombardia è la prima regione in Italia per numero di aziende brassicole:  124 realtà tra microbirrifici e brewpub e 2 stabilimenti industriali, con circa 4,7 milioni di consumatori lombardi.  “Il settore - sottolinea Cecchetti, citando alcuni dati di Assobirra e Unionbirrai - sarebbe in grado di generare centinaia di posti di lavoro, ma l’aumento delle accise sul prodotto rende impossibile qualsiasi progetto di sviluppo e dunque taglia possibilità di occupazione". 

Tra ottobre 2103 e gennaio 2015  l'incremento è stato pari al 30%: praticamente su una birra di 66 cl si pagano 46 centesimi di accisa contro i 21,3 che pagano gli spagnoli e i 19,5 dei tedeschi. 

Allarme fra i birrai: quest'anno la carestia di luppoli americani

CARENZA DI LUPPOLI AMERICANI QUEST'ANNO: LA DOMANDA E' TROPPA E DUE RACCOLTI SONO ANDATI NON BENE: BISOGNERA' FARSENE UNA RAGIONE”.

Gino Perissutti di "Foglie d'Erba"
A lanciare l'allarme – così almeno lo considereranno i birrai e gli appassionati legati alle  tendenze brassicole più in voga negli ultimi anni – è Gino Perissutti, 43 anni, da Forni di Sopra, nella Carnia ai piedi delle Dolomiti friulane, in provincia di Udine, dove nel 2008 ha fondato il suo birrificio “Foglie d'Erba”.

E lui che le birre luppolate le conosce bene, può parlare a ragion veduta. La “bomba” l'ha sganciata esattamente sette giorni fa, ospite di una serata al Baladin Milano di via Solferino, nella quale s'è raccontato ed ha toccato i principali temi d'interesse del settore. Luppolo compreso.

Perissutti, già Birraio dell'anno 2011, ha raccontato della propria passione, sin da subito, per le birre super luppolate. “Le IPA sono birre eccezionali, ma solo se fatte bene – ha raccontato – Certo l'escamotage di alcuni sta nel coprire eventuali errori grazie alla luppolatura (non hai via di scampo se invece sbagli una pils, per esempio), ma la differenza si sente comunque”. 

Il birraio friulano negli ultimi anni ha saputo affermarsi fra i più quotati del settore. Eppure in qualche modo rappresenta una “anomalia”, se si legge la sua storia personale: nessun “imprinting” da parte di maestri della prima ondata come Teo Musso o Agostino Arioli, niente passato da homebrewer, Perissutti come si suol dire "s'è fatto da solo", ed è già considerato fra i top nonostante solo sette anni di una carriera che nell'immaginario sembra invece molto più lunga.

“Noi birrai facciamo un lavoro semplice, siamo comprimari del vero birraio, il lievito. E prima del birraio c'è il lavoro del contadino”, è la filosofia semplice del birraio dolomitico, che a Milano ha portato alcune creazioni in assaggio, fra cui la fresca e leggera Babel, la “imperiale” Freewheelin', e la triple Gentle Giant, ma non la ricercatissima acida (e fruttata) Cherry lady.

“Le acide sono difficili – ha commentato Perissutti – ti porti il 'diavolo' in birrificio! Infatti continueremo a produrle nel vecchio impianto ora dismesso, per evitare che i lieviti particolari utilizzati per questi stili finiscano per contaminare anche le altre birre. Comunque un conto è affinare in botte, un conto la fermentazione aperta: forzare la mano inoculando i lieviti in maniera non spontanea, eticamente non mi piace”.

Il birraio ha parlato anche delle “furbate” di alcuni colleghi, che a volte smaltiscono le birre infette facendole passare intenzionalmente per acide (riuscendovi pure in diversi casi), mentre sullo stesso tema anche Alessio Franzoso non ha lesinato un gossip nel finale. “A un recente festival c'era la acida di un birraio che finalmente ha azzeccato una birra buona – ha confidato il braccio destro di Musso – tanto che addirittura Kuaska pare si sia  lasciato scappare un 'Non ci credo l'abbia fatta lui'... per cui in questo mondo tutto è possibile, anche su fronti meno battuti come le acide”.

mercoledì 2 settembre 2015

Spaccia birra per "Acqua del rubinetto". Ma lui può, perché è... olandese!

E' stato denunciato all'istituto per le politiche sull'alcool dei Paesi bassi, Jan Kraan. Al birraio olandese titolare della Brouwerij Kraan di Bodegraven (a metà strada fra Amsterdam e Rotterdam) è toccato difendersi dall'accusa di pubblicizzare un prodotto alcolico come se fosse un prodotto NON alcolico.

Il tutto si gioca su un gioco di parole, per noi italiani apparentemente incomprensibile. La birra "incriminata" si chiama, infatti, "Kraanwater", ovvero "Acqua di Kraan" in riferimento al cognome del suo ideatore, ma al tempo stesso anche "Acqua del rubinetto", poichè kraan in olandese significa proprio questo!

Una mossa tanto furba che alla fine anche il giudice che si è occupato del caso è capitolato, anche se con una motivazione a dirla tutta un po' naive: "E' possibile chiamarla Kraanwater anche perché l'acqua è uno degli elementi principali della birra".

(Grazie a Riccardo Brescianini e Tessa Buckens per l'aiuto!)

martedì 1 settembre 2015

In America al supermercato trovi anche la birra artigianale alla spina

Avanti anni luce. Se in Italia il problema è semmai quello di trovare sugli scaffali birre di fascia diversa, rispetto allo standard delle lager industriali, in America ormai al supermercato si trova anche la birra artigianale alla spina.


Non ve la bevete al momento, naturalmente, ma riempite il vostro "growler", ovvero il "boccione" con tappo a pressione riutilizzabile, che vi portate da casa. La mossa è della catena Kroger, per differenziarsi dalla concorrenza e intercettare il bacino d'acquirenti del mondo "craft".

Tutt'altra faccenda se ne valga la pena o no, posto che non sia facile intuire che etichette vengano spillate e posto che artigianale non sia automaticamente sinonimo di qualità. Ma un servizio in ogni caso apprezzabile, anche se va detto che anche nel nostro Paese le cose stanno rapidamente cambiando, pure a livello di grande distribuzione.

Sempre più catene, dalle grandi alle piccole, dedicano ormai scaffalature spesso importanti anche alle birre non industriali. I nodi sono altri, come il problema semmai di imbattersi in artigianali di scarsa qualità, oppure marchi impossibili da trovare per via di una distribuzione schizofrenica, o ancora guazzabugli culturali, come la contestata presenza di prodotti industriali che strizzano l'occhio all'universo delle birre artigianali.