Giovanni Campari |
Giovanni Campari del parmense Birrificio del Ducato al Baladin Milano, parte seconda (qui il primo tassello della chiacchierata andata in scena in via Solferino due martedì fa per il ciclo #BirraioInSalotto). Dopo filosofia e racconto di sé, le birre.
Fra le perle del Ducato assaggiate al Baladin Milano, la pluripremiata VIAEMILIA, una keller pils per tre volte di fila iridata nella World Cup Usa e anche in Germania. Di lei il suo “papà” ama con orgoglio sottolineare come i contadini del Nord della Baviera, terra d'origine di questo radicato stile, ostentino sul davanzale delle loro finestre una bottiglia del nettare parmense, poiché è l'unico nel quale riescono a ritrovare in maniera autentica i sapori del loro luppolo.
NEW MORNING è stata la seconda scoperta che la platea di via Solferino ha fatto durante la serata. Nata sempre durante l'apprendistato con Agostino Arioli, è una “saison” che fiorisce d'erbe, dal coriandolo alla calendula, dallo zenzero alla camomilla. Il suo nome è un omaggio a una canzone di Bob Dylan che parla dello stupore avvertito nei confronti della natura (“Come l' “egiziana” Nora di Baladin, Morning non potrebbe mai vincere alcun concorso, perchè avulsa da qualsiasi stile codificato... i giudici possono concentrarsi su una o due spezie, non su un bouquet, ma la natura per sua essenza, non la puoi incasellare...”, ha raccontato Campari).
Gran finale con LA LUNA ROSSA, una acida invecchiata in botti di legno, ricorda il lambic e il suo creatore ci scopre sentori di frutta, smalto e vecchie carte da gioco. Ribes rosa, prugna... ideali secondo il birraio per un abbinamento tranchant: il gelato alla crema!
Del resto, il futuro per Giovanni Campari saranno le “sour”, birre acide, complesse, capaci di avvicinare al mondo delle artigianali anche gli appassionati del vino.
Nessun commento:
Posta un commento