sabato 27 settembre 2014

Alla #milanobeerweek anche Kuaska per "scalare" il Birrificio Maiella

E' atterrato anche Kuaska alla Milano Beer Week. Lorenzo Dabove, universalmente considerato il maggior esperto italiano di birra, o meglio di birre (perchè come non rinuncia mai a ribadire, “LA birra non esiste, semmai esistono LE birre”) è stato protagonista di uno degli appuntamenti del festival diffuso (in 18 diversi locali del circuito meneghino) ideato dal giornalista Maurizio Maestrelli.

Massimiliano Di Prinzio e Lorenzo "Kuaska" Dabove
Una degustazione-presentazione allo Scott Joplin, primo pub indipendente di Niguarda e Milano Nord, con sotto ai riflettori una delle realtà emergenti del panorama delle birre artigianali del centro Italia, l'abruzzese Birrifico Maiella di Pretoro, Chieti. A presentare le proprie “creature”, il mastro birraio Massimiliano Di Prinzio, a condurre le danze, naturalmente, Dabove.


Di Prinzio (“Uno dei miei figli”, ha tenuto a premettere affettuosamente Kuaska), ha raccontato la propria esperienza professionale dagli albori, con un fermentatore da 120 litri, fino ad oggi, con un impianto appena rinnovato ed ampliato, ed ha fatto conoscere a una platea eterogenea di navigati appassionati e neofiti curiosi, quattro diversi stili.

A partire dalla blanche “Novi Luna”, impreziosita dai fiori che crescono sulle pendici della Maiella. “C'è voluto un po' per raggiungere il giusto equilibrio – ha commentato il birraio - Nella Novi Luna non mancano anche pepe bianco e camomilla, oltre ai fiori d'arancio che rappresentano l'aroma dominante”. 
“La zona della Maiella è famosa per i suoi pastifici, che si trovano notoriamente sempre in zone dove c'è un'acqua buonissima – è stato l'intervento di Kuaska -  In questo caso ne è nata una session beer leggera ma con carattere, figlia di una sperimentazione “sul campo” (il vero birraio non fa le birre a tavolino!). E pensare che la blanche rischiò addirittura di scomparire – ha proseguito l'esperto, estraendo dalla sua personale antologia un imperdibile aneddoto brassicolo – L'ultimo birraio a produrla ad Hoegaarden, Tomsin, giurò che avrebbe portato il suo segreto nella tomba, ma un lattaio texano, vicino di casa, che lo aiutava nel tempo libero, nel 1965 decise di rispolverare la ricetta attingendo unicamente dalla propria memoria”.

Poi è stata la volta della “Dea Maia”, bionda il cui nome è una dedica a un'altra montagna del gruppo della Maiella, arricchita da 7 luppoli (4 in bollitura, 2 dopo, 1 in dry hopping). “Un attacco d'aroma d'acacia, poi subito il luppolo, nitido: lo mandi giù e sparisce... si chiama taglio secco", è stata l'analisi tecnica di Lorenzo Dabove che poi, tornando sul tema delle spezie aggiunte alla fermentazione del mosto, ha regalato al pubblico un altro retroscena.
"Non fate mai domande dirette ai birrai! Dite voi cosa c'è nella birra... e generalmente vi diranno di sì! - ha sorriso - Eppure, bugiardi come i mastri birrai belgi non ne troverete... il numero uno è senza alcun dubbio il diacono di Rochefort: la “6” la “8” la “Rochefort 10” sono tutte e tre valorizzate con  il coriandolo, ma se glielo chiederete direttamente... il frate negherà a qualsiasi costo. L'unica è porre domande a trabocchetto del tipo: in quale delle tre hai messi più coriandolo?".

Per chiudere, Di Prinzio ha fatto conoscere la APA “Emigrante”, prodotta con ingredienti provenienti da tutte le nazioni in cui gli italiani sono emigrati nel tempo (dal sentore di luppolo “pasticcino”, “che ricorda un po' la pasta di mandorle”, ha confidato Kuaska) e la ale ambrata “Matthias”, con tre diversi cereali e miele, brassata con un lievito liquido dai profumi particolari.

[Di origine ligure, Lorenzo Dabove in arte Kuaska vive e lavora fra Milano e Genova. E' considerato il massimo esperto italiano di birra, soprattutto belga, noto in campo internazionale per il suo impegno nel promuovere il lambic tradizionale e la birra artigianale del nostro paese. Docente Slow Food, giudice internazionale alla World Beer Cup ed alla European Beer Stars di Monaco, presidente di giuria nelle competizioni nazionali di birrai ed homebrewers, fa parte di associazioni nazionali ed internazionali, ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche in Italia e all'estero, ha all'attivo numerose pubblicazioni e suoi articoli sono stati pubblicati su innumerevoli riviste italiane e straniere. Ma perché Kuaska? “Ho assunto artisticamente questo nome il 19 novembre 1982 per il personaggio di poeta alieno che facevo e faccio a volte in TV e teatro (ma ormai la birra mi porta via il 99% del mio tempo). E' l'abbreviazione di Kuaskanapucja ma non ha alcuna etimologia, l'ho inventato io”]

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