venerdì 3 aprile 2015

La birra "spaziale" è realtà: lieviti oltre l'atmosfera per... quattro minuti

Ricordate il “Ninkasi space program”, progetto brassicolo senza precedenti per spedire lievito nello spazio, a bordo di un vero e proprio razzo? (NE AVEVAMO PARLATO QUI). Bene il piccolo produttore di birra a ridosso della costa oceanica degli Stati Uniti (in Oregon, più o meno a metà strada fra Seattle e San Francisco) che ha la paternità dell'iniziativa pare avercela fatta.

L'etichetta ispirata alla dea per eccellenza dell'universo birrario, Ninkasi, appunto, venerata già dagli antichi Sumeri ha deciso di varcare la nuova frontiera dei cosiddetti lanci spaziali privati per mettere in orbita un razzo di dimensioni contenute in modo da testare la capacità del lievito di sopravvivere oltre all'atmosfera terrestre. 


Ceppi di saccharomyces cerevisiae in sei diversi contenitori sono stati spediti a ottobre oltre l'atmosfera per testare la loro resistenza a condizioni fisiche mai sperimentate. Una volta tornata a terra, la “capsula” è stata recuperata per verificare lo stato di salute dei piccoli organismi, che poi sono stati utilizzati per brassare “Ground Control”, nuova birra il cui lancio (non spaziale, ma commerciale) è previsto dal 13 aprile.

Resta da capire quanto l'esperimento si sia rivelato utile scientificamente... il lievito “astrale” è rimasto, infatti, per poco più di 4 minuti in assenza di peso prima di tornare sulla Terra. Il sospetto è che la birra "spaziale" sia insomma più che altro un'indovinata trovata a livello di marketing.

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