martedì 4 gennaio 2011

AAA birra cercasi in Pennsylvania

Fabrizio Tonello, veneziano, professore di Scienza dell'opinione pubblica al Bo, è arrivato in Pennsylvania da qualche giorno. Starà all'Università di Pittsburgh sei mesi in qualità di Fulbright Visiting Professor al dipartimento di storia. Questa è la prima lettera che ci invia, il surreale racconto di un pomeriggio passato cercando di acquistare una qualsiasi forma di bevanda alcolica:
Il supermercato Giant Eagle di Pittsburgh è molto istruttivo. Qui non c'è la birra, né la tequila, né il vino. Secondo il giornale locale, il Pittsburgh Tribune, in Pennsylvania tutti i negozi di alcolici sono un monopolio statale ma forse ho capito male l'articolo, che era un po' confuso. E invece no, è proprio così. Ce ne sono 730 e ogni Wine and Liquor Store è statale, più statale di quanto fossero statali i magazzini GUM sulla Piazza Rossa all'epoca di Breznev.

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Come nei negozi brezneviani, c'è la vodka come se piovesse; sì, nel paese del whisky trovo un muro di vodka: alle pere, al lampone, al mandarino, al limone, al ribes nero, la lampone, alla pesca, al pompelmo. C'è perfino la vodka al mango e pepe nero. E, naturalmente, tutte le marche sono presenti: Absolut, Stolichnaya, Smirnoff, vodke polacche, lituane, bulgare, finlandesi  Se invece uno vuole un whisky si trova davanti pressappoco l'assortimento che c'è in una salumeria di Trebaseleghe. Il bourbon non lo tengono (siamo a nord della linea Mason-Dixon, quella che divideva gli stati schiavisti dagli altri). Se uno sta leggendo un romanzo di Claude Izzo ambientato a Marsiglia e vuole bersi un bicchiere di Lagavulin meglio che prenda l'aereo per la Scozia.
Facciamo un rapido calcolo: la Pennsylvania è uno stato di 120.000 chilometri quadrati, cioè grande come tutta l'Italia dal Brennero a Firenze. Ci sono 730 negozi di vini e liquori, non uno di più non uno di meno, naturalmente chiusi la domenica e in tutte le feste comandate. Se provate a distribuire circa settecento negozi da Trieste ad Aosta e da Bolzano a S. Gimignano vi accorgete che forse a Milano ce ne sarebbero una decina, a Torino, Bologna e Firenze tre o quattro, a Padova, Trento e Ancona probabilmente uno. In tutti i piccoli paesi dovrebbero distillarsi la grappa in casa (che del resto è quello che si è sempre fatto in Pennsylvania dal 1787 ad oggi).

Al supermercato non vendono alcolici, nemmeno la birra, bisogna accontentarsi di un distributore di vino che per funzionare esige le seguenti cose: inserimento della patente nell'apposita fessura, in modo da verificare che abbiate passato il 18° compleanno da almeno un paio di minuti. Possesso di una carta di credito. Non basta: l'ingegnoso apparecchio richiede al potenziale ubriaco di guardare in una telecamera incorporata e ha anche un apposito breath-analyzer, l'equivalente del palloncino della nostra polizia stradale, per controllare che non abbiate bevuto una birra prima di comprare una bottiglia di vino.
corrieredelveneto.corriere.it

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