giovedì 6 dicembre 2012

IL SENSO DI PIERLUIGI PER IL LUPPOLO

Tutto nacque da quello scatto rubato, da solo al pub con un boccale di birra davanti. Era il gennaio scorso quando la foto di Pierluigi Bersani rimbalzava da Twitter al resto della Rete. Quell’immagine (catturata col telefonino dal giovane internauta Luca Sappino) del segretario del Pd intento a preparare il proprio discorso a poche ore dall’assemblea del partito, scatenò le più disparate quanto prevedibili freddure, ma riuscì a tratteggiare un ritratto umano e per lo più apprezzato del leader democratico.

Da allora il binomio Bersani-birra non ha più abbandonato il futuro candidato premier del centrosinistra (tanto che in una celebre fotomontaggio diffusissimo online, il segretario occupa il posto del celebre “baffo” Moretti con tanto di scritta “Beersani” in calce). 



Che il politico piacentino apprezzi il nettare di Gambrinus è noto, lui stesso non ne ha mai fatto un segreto, sia che si tratti di una sofisticata artigianale (come nella famosa  foto rubata all’Open Baladin pub di Roma) o di una popolarissimo “Peroncino” (come quello stappato il 16 giugno 2011 nel bel mezzo di una direzione del Pd alla vigilia dei referendum su nucleare e legittimo impedimento) o ancora di una normalissima chiara alla spina, sorseggiata spesso e volentieri nel corso di tante interviste (l’ultima a fine ottobre in viaggio per la campagna delle Primarie, al tavolo di un autogrill, per Il Foglio). 



La foto a poche ore dalla vittoria di domenica, col segretario-barista intento a spillare birra da offrire ai volontari che hanno lavorato alla campagna elettorale per le Primarie vinte nei confronti di Matteo Renzi, è solo l’ultima di un’iconografia ormai consolidata (anche a Firenze nel settembre scorso immancabili il sorso di “bionda” e i saluti dietro alle quinte con lo staff della Festa dell’Unità). E non è un caso che a inizio novembre il comitato elettorale pro-Bersani di Ferrara avesse addirittura insediato la propria sede in un ex pub, subito rinominato “Birreria Bersani”.



Moderna, giovanile, “di sinistra”. Una scelta strategica non solo di gusto, ma anche d’immagine, quella del segretario democratico, che se ancora non è arrivato ad aprire un microbirrificio come ha fatto Barack Obama niente meno che fra le mura della Casa Bianca, senz’altro avrà sorriso con scaramanzia a quella curiosa legge non scritta delle elezioni Usa che ha fatto primeggiare il presidente uscente, secondo cui pare che il candidato vicente debba passare  per il voto dei venticinque stati con la più alta concentrazione di birrerie.



A dire il vero, a Bersani non è occasionalmente mancata neppure qualche contestazione dai tifosi del “rosso”. Come ad esempio ad inizio novembre durante una visita a Padova, con la tirata d’orecchie da parte di alcuni militanti al loro leader, “reo” d’aver posato con alcuni volontari della Festa democratica con in mano ’immancabile birra - simbolo della dominazione austriaca sulla città - invece che con un bicchiere di vino, emblema della Liberazione. Ma anche in quel caso il segretario riuscì a cavarsela con la consueta nonchalance: “Non vi preoccupate, sotto questo punto di vista sono assolutamente bisessuale”.

Daniele Pirola per BirraNotizie.it

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