POTENZA - Hanno architettato e messo in movimento per anni, un complesso meccanismo di «scatole cinesi», con la creazione di 40 società usate per il classico «gioco delle tre carte»: aperture e chiusure repentine, compravendite fittizie di beni aziendali, concentrazione di debiti nella bad company di turno e trasferimento finale in Svizzera, dove la legislazione sulla bancarotta è molto più morbida. Obiettivo: evadere il fisco e ottenere ingiusti profitti, per un giro di denaro che complessivamente ammonta decine di milioni di euro. Le indagini sono cominciate nel 2008, ma hanno spiccato il volo due anni dopo, con le denunce di due diversi fornitori di una delle società del gruppo Tarricone, la Tarricone spa, che all'epoca gestiva lo stabilimento ex Birra Moretti (poi Birra Morena) nell'area industriale di Balvano...
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