Di Valerio Visintin
C’era Teo Musso, il George Clooney delle birre artigianali, che si studiava allo specchio, che s’arricciava graziosamente un ciuffettino sulla fronte liscia, che sorrideva ammiccante a se stesso e sussurrava: “Senti, Teo, ho avuto un’idea geniale delle mie: faccio un pub anche a Milano. Ci metto le mie birre che ormai sono santificate, un paio di robe dello Sloow Food che sta bene con tutto e qualche citazione futurista che va di moda. Cosa ne pensi?”.
Che sogno bizzarro. D’altra parte, avevo appena fatto visita all’edizione milanese della birreria Baladin, da giorni benedetta con sacro furore dalle penne d’ogni credo. E mi ero portato a casa una cocente delusione. Chi pensava, come me, che dietro i fuochi fatui della réclame vi fosse un progetto ragionato e ben scritto, sbagliava di grosso. La creatura del “birra-star” Musso mostra i medesimi peccati di pressapochismo e superficialità che affliggono un qualsiasi pub milanese...
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