Luigi D'Amelio in arte “Schigi” è
stato il mattatore del quarto martedì “In salotto col birraio”
al Baladin Milano. Il “birraio dell'anno” (secondo il magazine
Fermento Birra) di Extraomnes, fucina di creazioni brassicole belghe
in salsa varesina, ha tenuto banco per un'intera serata
raccontandosi, pungolato da Alessio Islaz dello staff Baladin sotto
l'occhio vigile del patron Teo Musso.
Luigi "Schigi" D'Amelio, Teo Musso e Alessio Islaz |
Irriverente, sfrenato, autoironico (“da
quando sono diventato “Birraio dell'anno” ho cominciato persino a
usare il plurale majestatis”) Luigi D'Amelio non ha lesinato in
genuinità nel raccontare gli inizi di una storia personale un po'
“anomala”, come birraio “dell'ultima ondata”, fra gli ultimi
ad entrare in attività (nel 2010) di un “lotto” di appassionati
che in realtà aveva mosso i primi passi alla corte di Teo Musso già
agli albori del movimento delle artigianali made in Italy.
“Quando ho cominciato ad interessarmi
di birra, non me ne fregava nulla del produrla – ha esordito
'Schigi' - Per la verità... non è che neppure ora mi piaccia poi
così tanto (Ehi, è un lavoro! È faticoso!), ma soprattutto all'epoca, venendo
da una formazione da sommelier di vini, mi interessavano le
degustazioni, le sperimentazioni”.
“Iniziando ad
appassionarmi di birra, sono inevitabilmente finito a Piozzo (il
quartier generale Baladin, nei pressi di Bra, nel Cuneense, ndr) e ho
conosciuto Teo Musso e Kuaska (alias Lorenzo Dabove, fra i massimi
esperti italiani). Il primo ciclo di degustazioni lo ricordo
addirittura durante le caotiche partite di un mondiale di calcio...
ma da allora Piozzo divenne per me 'caput mundi'. Teo e Kuaska
cambiarono la mia vita: per un sommelier, attraversare le Langhe
senza degnare di uno sguardo il Barolo... beh, dice tutto”.
Proprio grazie all'amicizia di Kuaska,
e ai numerosi viaggi in Belgio, la visione del mondo birra di
D'Amelio è cambiata radicalmente. Poi, anni a seguire, dopo aver
tenuto un corso di degustazione a Legnano, l'incontro che ha cambiato
ulteriormente la vita del birrofilo varesino.
“Sono stato avvicinato da due
'personaggi' che volevano convincere a tutti i costi me – che non
avevo mai provato neppure un kit per la birra in casa - a 'fare la
birra'. 'E' esattamente così il birraio che cerchiamo', hanno insistito... Avevano una
torrefazione, in attività dagli anni Sessanta, e anche loro avevano
imparato da zero. Così abbiamo cominciato in uno stanzino accanto a
dove si produceva caffè, con un impiantino da 30 litri”.
Schigi con Mr Baladin |
“Non sapevo da dove cominciare – ha
continuato Schigi - ma 'conoscevo gente' (fra i destinatari della
citazione morettiana il guru Davide Bertinotti) disposta a darmi
consigli. Il primo anno è andato malissimo, ma alla sessantesima
cotta ci siamo detti 'beh, questa però...' Insomma, dopo quattro
anni di ricette, con proverbiale “calma varesotta”, siamo
partiti. E l'anno e mezzo successivo è stato il peggiore della mia
vita: ho fatto il birraio dalla A alla Z, dalla cotta al
lavabottiglie”.
Pubblico in sala al Baladin Milano |
Quando ancora i gruppi di Facebook e
ancora prima i Forum non esistevano, D'Amelio era già fra i più
attivi sui Newsgroup di settore, in particolare uno: “HobbyBirra”.
“Avevo la fama di rompicoglioni su Internet, di conseguenza provavo
un 'terrore totale' nel fare birra in prima persona e ho deciso di
uscire allo scoperto (coi fucili tutti puntati) solo quando mi sono
convinto di esser davvero pronto”.
E' nato così “Extraomnes”, vale a
dire “Fuori tutti quelli che non c'entrano: ora tocca a me”.
L'abbraccio con Flibus Scarampola |
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