sabato 10 maggio 2014

#BirraioInSalotto (II) Il Lambrate ribatte a Schigi: “Facciamo quello che vogliamo”

Giampaolo “Giampa” Sangiorgi
Facciamo quello che vogliamo”. Se volete, potete anche pittorescamente colorirla nella maniera che preferite arricchendola d'attributi, ma questa resta in sostanza la dichiarazione d'intenti targata Birrificio Lambrate. Così il “capitano” Giampaolo “Giampa” Sangiorgi ha anche indirettamente voluto ribattere a distanza, nel corso del quinto martedì “In salotto col birraio” al Baladin Milano, alle sollecitazioni partite quattro settimane prima nella medesima cornice dal collega Luigi “Schigi” D'Amelio del Birrificio Extraomnes (LEGGI QUI).

Non è tanto la scelta dei lieviti da impiegare nella cotta della “bionda”, o quale selezione di pregiati luppoli dai quattro angoli del globo adottare... quanto il fatto che nello slogan del Lambrate vi sia la quintessenza d'una filosofia. La birra “è una bevanda del popolo per far star bene le persone”: e quindi in cavalleria le costrizioni da puristi purchè ogni sperimentazione sia funzionale al traguardo da raggiungere. Questa la ricetta della crew meneghina. 

Passionali, smodati, fuori dagli schemi. Per carità, anche tatuati, alternativi, per nulla formali... ma questo è solo l'involucro esteriore. I ragazzi di via Adelchi sono tutto questo. Per molti, nell'ambiente, “la tribù del circo”, come ha affettuosamente scherzato Alessio Islaz di Baladin Milano, che ha anche ricordato alcune pazzie di Giampaolo Sangiorgi, come una corsa-sfida con Agostino Arioli del Birrificio Italiano al termine di una fiera, con tanto di caduta, frattura ad una gamba e pure successiva pretesa di tornare a Lambrate guidando in prima persona... “Siamo un gruppo di pazzi che fa casino dietro al bancone, ma alla gente piace e va bene così”, ha tagliato corto il “Monarca di Lambrate” (dal nome che Sangiorgi ha dato al proprio profilo su Twitter).


“Bassa o alta? Non ce ne frega nulla... - è tornato a mettere ancor più in chiaro “Giampa” (“Usiamo tendenzialmente la bassa perchè semplicemente garantisce una maggior pulizia del prodotto e una maggior digeribilità per gli enzimi del fegato”, è stata la precisazione tecnica che ha voluto aggiungere il birraio Mattia Bonardi) - ci piace essere così, facciamo semplicemente il prodotto che piace a noi. E chi non è d'accordo... ce lo venga a dire! Un esempio? L'azzardo della luppolizzazione spinta della 'Super Bitter'... unicamente perchè ci piaceva! O sperimentazioni ardite come la Schiscia-ball o la Va-a-ciapà-i-ratt – è stata la scherzosa provocazione finale - la cui ispirazione forse è arrivata dopo aver fumato troppo...”.

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