Arriva “Accisa nera”, una stout
“collettiva” per protestare contro l'aumento delle tasse sulla
birra.
L'idea è nata nell'alveo dei social
network, in seno all'Accademia delle birre fondata dal mastro
triestino Paolo Erne. Brassare tutti insieme appassionatamente -
birrifici artigianali e homebrewers - una birra per protestare contro
l'aumento dell'accisa deciso dal Governo a partire dal 1 gennaio.
Si chiamerà "Accisa Nera". E
la scelta del nome è particolarmente azzeccata, perchè proprio
"nera" è stata la reazione di un intero mondo di
produttori, appassionati casalinghi e degustatori all'ennesimo
ritocco della tassazione in pochi anni: una birra "listata a
lutto" per esprimere nei fatti, oltre che idealmente, un
dissenso diffuso.
Si tratterà di una stout (stile noto
al grande pubblico soprattutto grazie all'irlandese Guinness), una
birra scura dal carattere ben definito, ma volutamente quanto
provocatoriamente "leggera", poichè l'aumento delle accise
andrà a ripercuotersi - non a caso - soprattutto sulle birre a più
alta gradazione.
L'invito partito dall'Accademia delle
birre è lanciato, destinatari sono tutti i mastri birrai dello
Stivale, ma anche tutti i domozimurghi (gli amanti della birra fatta
in casa). Una "cotta" uguale per tutti, insomma, dalle Alpi
a Lampedusa, destinata poi a trovare nella Rete una naturale
risonanza (soprattutto per quanto riguarda gli hombrewers), mentre i
birrifici potranno eventualmente anche scegliere di
commercializzarla, ovviamente mantenendo però un prezzo "politico",
intenzionalmente popolare.
Per gli homebrewers, i più esperti
brassatori dell'Accademia sono già al lavoro per dare alla luce la
ricetta comune, che sarà diffusa a breve.
L'iniziativa s'appresta insomma a
divenire virale.
E tutto è partito dalla notizia
dell'aumento del prezzo della birra media alla spina deciso da uno
dei più storici birrifici nazionali dopo l'aumento dell'accisa
(LEGGI LA NOTIZIA QUI). Un tema di pressante attualità, che ha
subito tenuto banco, innescando un vivace dibattito.
La tassa che i produttori sono tenuti a
pagare in relazione alla quantità di prodotto immesso al consumo dal
primo di gennaio è, infatti, passata da 2,70 a 3,04 euro per
ettogrado. L'ettogrado è l'ettolitro moltiplicato per il grado
Plato: semplificando, più una birra è alcolica e più d'ora in poi
dovrà "pagar dazio" alle casse dello Stato.
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