venerdì 30 gennaio 2015

Arriva “Accisa nera”, una stout “collettiva” per protestare contro l'aumento delle tasse sulla birra

Arriva “Accisa nera”, una stout “collettiva” per protestare contro l'aumento delle tasse sulla birra.


L'idea è nata nell'alveo dei social network, in seno all'Accademia delle birre fondata dal mastro triestino Paolo Erne. Brassare tutti insieme appassionatamente - birrifici artigianali e homebrewers - una birra per protestare contro l'aumento dell'accisa deciso dal Governo a partire dal 1 gennaio.

Si chiamerà "Accisa Nera". E la scelta del nome è particolarmente azzeccata, perchè proprio "nera" è stata la reazione di un intero mondo di produttori, appassionati casalinghi e degustatori all'ennesimo ritocco della tassazione in pochi anni: una birra "listata a lutto" per esprimere nei fatti, oltre che idealmente, un dissenso diffuso.

Si tratterà di una stout (stile noto al grande pubblico soprattutto grazie all'irlandese Guinness), una birra scura dal carattere ben definito, ma volutamente quanto provocatoriamente "leggera", poichè l'aumento delle accise andrà a ripercuotersi - non a caso - soprattutto sulle birre a più alta gradazione.

L'invito partito dall'Accademia delle birre è lanciato, destinatari sono tutti i mastri birrai dello Stivale, ma anche tutti i domozimurghi (gli amanti della birra fatta in casa). Una "cotta" uguale per tutti, insomma, dalle Alpi a Lampedusa, destinata poi a trovare nella Rete una naturale risonanza (soprattutto per quanto riguarda gli hombrewers), mentre i birrifici potranno eventualmente anche scegliere di commercializzarla, ovviamente mantenendo però un prezzo "politico", intenzionalmente popolare.

Per gli homebrewers, i più esperti brassatori dell'Accademia sono già al lavoro per dare alla luce la ricetta comune, che sarà diffusa a breve.

L'iniziativa s'appresta insomma a divenire virale.

E tutto è partito dalla notizia dell'aumento del prezzo della birra media alla spina deciso da uno dei più storici birrifici nazionali dopo l'aumento dell'accisa (LEGGI LA NOTIZIA QUI). Un tema di pressante attualità, che ha subito tenuto banco, innescando un vivace dibattito.


La tassa che i produttori sono tenuti a pagare in relazione alla quantità di prodotto immesso al consumo dal primo di gennaio è, infatti, passata da 2,70 a 3,04 euro per ettogrado. L'ettogrado è l'ettolitro moltiplicato per il grado Plato: semplificando, più una birra è alcolica e più d'ora in poi dovrà "pagar dazio" alle casse dello Stato.

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