"La legge di purezza esiste solo sulla carta". E la conclusione alla quale è arrivato il teutonico chef stellato Nelson Müller, recentemente protagonista di un'inchiesta-verità nel corso del programma televisivo "ZDFzeit".
La trasmissione ha affrontato il tema della compressa eterogeneità del Mercato tedesco, in cui leit motiv sono il dominio dei grandi marchi e la difficoltà per il consumatore finale spesso di cogliere differenze marcate fra i brand.
Ma soprattutto l'emittente ha effettuato un test per stabilire, provette alla mano, quanto la Reinheitsgebot sia poi effettivamente rispettata.
“Niente deve essere usato od addizionato per produrre birra che non sia orzo, luppolo ed acqua”, decretava così la "Legge di purezza" emanata nel lontano 23 aprile del 1516 da Guglielmo IV, duca di Baviera.
E invece sono spuntati più di 60 additivi, nelle birre più facilmente reperibili in commercio sulla piazza germanica, come ad esempio il caramello impiegato per infondere una tonalità di colore più scura alle "bock".
Inoltre il fatto che mediamente i prezzi della birra in Germania siano rispetto al resto d'Europa abbastanza contenuti, a livello di vendita al dettaglio nella grande distribuzione, nel corso del programma è stato interpretato come un disvalore, equivalendo a un potenziale disvalore in termini di qualità, varietà e gusto.
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