(Rinnovabili.it) – Sono numerosi i centri di ricerca che stanno studiando la possibilità di generare biocarburanti dagli scarti della produzione di bevande alcooliche come sidro, whisky e vino. Sulla scia di alcuni successi l’Università di Cadice ha deciso di valutare la possibilità di produrre biofuel, alimenti funzionali e cosmetici dagli scarti della produzione della birra.
“Dobbiamo capitalizzare qualcosa che fino ad oggi non aveva alcun valore commerciale e veniva usato principalmente come mangime per bovini e ovini” ha dichiarato il ricercatore che partecipa al progetto José Manuel Igartuburu che, assieme all’ingegnere chimico Carlos López Fernández, ha lavorato allo sviluppo del brevetto che forse disegnerà un nuovo destino per la bagassa, sottoprodotto derivato dalla fabbricazione della birra attualmente da gestire e smaltire, con costi notevoli per le industrie che per questo vedono di buon occhio una soluzione alternativa di smaltimento dei sottoprodotti.
Il passo successivo consisterà nella realizzazione di un impianto di pilota localizzato nelle immediate vicinanze di una fabbrica di birra, in modo da riuscire a lavorare due diversi prodotti. Il primo consiste in una sostanza grassa, un olio derivato dalla bagassa mentre il secondo è una sostanza composta principalmente da zuccheri “il cui contenuto di acqua sarà differente a seconda dell’utilizzo finale come la produzione di biocombustibile, o con l’aggiunta di zuccheri per la produzione della stessa birra, in modo da chiudere il cerchio della produzione in positivo” ha aggiunto Igartuburu concludendo “il processo che abbiamo disegnato per essere efficace necessita di un minimo tenore di lipidi e zuccheri compreso rispettivamente tra il 5 e il 20%”. Costruendo questi impianti accanto ai birrifici potremo sfruttare i rifiuti per la produzione di biocarburante eliminando il problema del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti, soluzione che potrebbe essere applicata anche alle fabbriche di whisky.
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