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L'ex compagno alla Fiorentina:
«Nello spogliatoio era rispettato»
Antognoni, si dice che Socrates scelse la Fiorentina nonostante la sua presenza ingombrante a centrocampo.
«Il valore del giocatore era indiscusso. Io, a causa di un infortunio, fui costretto a vivere quella stagione dall’esterno, ma con lui instaurai un ottimo rapporto. Nello spogliatoio era molto rispettato, la sua scomparsa mi ha colpito».
Arrivò in Italia a 29 anni, nel pieno della maturità calcistica. Eppure non riuscì ad ambientarsi. Perché?
«Il campionato italiano gli riservò non poche difficoltà. Ma anche qui da noi ha lasciato qualcosa di positivo. Restò nel nostro Paese un solo anno: troppo poco per mostrare il suo valore».
Socrates era eccessivo in campo e fuori. E’ la definizione giusta?
«La mentalità brasiliana è particolare, ma molte cose erano un po’ travisate ed esagerate nei suoi confronti. E’ vero che amava bere birra e parlare di politica, era diverso dagli altri. Un personaggio vero, sopra le righe, con le sue metodologie, il suo tenore di vita, le sue idee».
E quando aveva il pallone fra i piedi?
«Era un autentico campione, dotato di classe sopraffina e di grande carisma».
Quale immagine ha impressa di Socrates?
«Italia-Brasile del Mondiale ’82 è il ricordo più speciale. Segnò il gol dell’1-1. Ma alla fine vincemmo noi».
«Il valore del giocatore era indiscusso. Io, a causa di un infortunio, fui costretto a vivere quella stagione dall’esterno, ma con lui instaurai un ottimo rapporto. Nello spogliatoio era molto rispettato, la sua scomparsa mi ha colpito».
Arrivò in Italia a 29 anni, nel pieno della maturità calcistica. Eppure non riuscì ad ambientarsi. Perché?
«Il campionato italiano gli riservò non poche difficoltà. Ma anche qui da noi ha lasciato qualcosa di positivo. Restò nel nostro Paese un solo anno: troppo poco per mostrare il suo valore».
Socrates era eccessivo in campo e fuori. E’ la definizione giusta?
«La mentalità brasiliana è particolare, ma molte cose erano un po’ travisate ed esagerate nei suoi confronti. E’ vero che amava bere birra e parlare di politica, era diverso dagli altri. Un personaggio vero, sopra le righe, con le sue metodologie, il suo tenore di vita, le sue idee».
E quando aveva il pallone fra i piedi?
«Era un autentico campione, dotato di classe sopraffina e di grande carisma».
Quale immagine ha impressa di Socrates?
«Italia-Brasile del Mondiale ’82 è il ricordo più speciale. Segnò il gol dell’1-1. Ma alla fine vincemmo noi».
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