Qualche tempo fa, in occasione dell'apertura del nuovo pub Baladin Milano, il Corriere della Sera aveva pubblicato una spietata stroncatura a firma di uno dei suoi critici più pungenti. Un collega giornalista m'ha regalato alcune impressioni sulla succursale meneghina dell'indiscusso re dei birrai artigianali made in Italy, Teo Musso. E ne scaturisce un quadro molto meno "apocalittico".
Fra le altre cose, nessun particolare problema rispetto ai tempi d'attesa, anche se forse il critico del Corrierone s'era misurato con uno staff non ancora perfettamente "rodato", all'epoca dell'inaugurazione. Quanto al tavolo "appiccicoso di birra rappresa" e a un coperto (che fra l'altro non si paga) un po' "naif", non si sta parlando del "Savini"... tutto va commisurato al contesto di un pub. Analogo discorso anche per gli ingenerosi "opachi luoghi comuni" nel menù.
Non pervenuto poi alcun "bagnetto sordido", così come l' "imperizia" nella preparazione dei piatti (ma in questo caso, ogni verdetto è inconfutabile, trattandosi di ogni caso un unicum). E anche il conto è ampiamente nella norma, per un locale del genere. Insomma una stroncatura più "di maniera" che nei fatti, per la "star" Teo Musso, come talvolta i critici enogastronomici sono soliti fare - godendo perversamente - anche nei confronti degli chef più in voga del momento.
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