venerdì 5 dicembre 2014

I Birrai del Friuli Venezia Giulia in Fiera a Milano Cotta pubblica di steinbier col mastro Paolo Erne

Sono “calati” alla Fiera dell'Artigianato di Milano dal Nord-Est, i mastri dell'Associazione Birrai Artigiani del Friuli Venezia Giulia. Nel cuore dello stand dedicato alla loro regione, allestito uno “chalet” armato con una raffica di spine: in rappresentanza dei 23 birrifici presenti sul territorio (di cui il più noto nel resto dello Stivale è forse il “Foglie d'erba” di Gino Perissutti), non sono mancati Giorgio Petrussa (“Petrussa Beer” di Precotto, Udine) insieme alla moglie Stefania Pignataro, Domenico Francescon e la moglie Ornella (che insieme al figlio Giovanni danno vita a Cavasso Nuovo, Pordenone, alla “Birra di Meni”) e infine Massimo Petris e Danila Peressotti del birrificio “Zahre” di Sauris (Udine).


Ma l'Associazione Birrai Artigiani FVG ha inoltre invitato a prender parte alla spedizione milanese anche il mastro triestino Paolo Erne, che si è cimentato – aiutato dai colleghi - in una suggestiva cotta pubblica con tanto di pietre roventi, per mostrare al pubblico della Fiera di Rho-Pero il processo di produzione di una “birra primordiale”, tecnicamente una “steinbier” (da stein, pietra) sul modello dello stile seguito per secoli nella “cugina” Carinzia. Nel video, passo dopo passo, il procedimento, diffuso soprattutto in ambiente rurale, quando alla difficoltà di reperire “pentoloni” per la cotta a fuoco vivo si sopperiva portando in temperatura il mosto grazie a pietre arroventate.



Un laboratorio aperto, che ha permesso a neofiti di ogni estrazione di capire meglio come nasce una birra, anche grazie a uno stile di divulgazione volutamente diretto. Anche se Paolo Erne è sicuramente fra i più navigati esperti italiani, nel panorama delle artigianali: fra i pionieri che hanno cominciato a brassare ormai più di quarant'anni fa e che hanno visto il movimento crescere, uscire dalla “clandestinità”, ed affermarsi sempre più dal '96 ad oggi. Autorità in tema di birre acide, ha collaborato con diversi birrifici, ma non ne ha mai aperto uno proprio, avendo sempre scelto di vivere la birra senza vincoli, come passione.



“Ho fatto la mia prima cotta a 21 anni – ha raccontato Erne, che è anche fondatore dell'Accademia delle birre - Una stout 'di famiglia', nel senso che mi era capitata fra le mani la ricetta di un  antenato. Risalendo l'albero genealogico, ho scoperto che la mia famiglia aveva preso il nome dal toponimo della cittadina irlandese di Erne. Quindi mi sono cimentato con la 'scura' andando a ricostruirne il processo di produzione attraverso libri del tempo e poche altre fonti”. 


Ne è passata di birra sotto ai ponti, da allora. Di recente, all'“Expo – Una birra per tutti” di Monastier (Tv) a cura dell'associazione culturale “Brasseria Veneta”, dov'è stato anche insignito anche del titolo di “Cavaliere della birra”, Erne ha visto premiata come miglior birra la sua “Rinnegata” (una porter tagliata con kriek), anche se sarebbe riduttivo, per esperienza, conoscenza e tecnica, circoscriverlo nell'alveo dell'homebrewing.


Il mastro birraio è un pittore – ha confidato il mastro di Trieste (dove ha fra l'altro vissuto a pochi usci di distanza dalla famosa astrofisica Margherita Hack) – La produzione industriale si basa essenzialmente su formule, quella l'artigianale è invece interpretazione, deve dare vibrazioni, colpire. Se fossimo rimasti alle pur meravigliose pilsener, il mercato sarebbe rimasto bloccato. Ora è in atto una frattura col passato. Ed è giunto anche il momento di non parlare più solo di stili, ma di birre ispirate a stili”.

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