Nella lingua inglese è una parolaccia. Nell'Alta Austria il nome di un antico villaggio, Fucking, a pochi chilometri da Salisburgo.
Per gli inglesi è il gerundio del verbo che designa fare sesso oppure l'imperativo, nello slang, per mandare qualcuno a quel paese. Per gli austriaci invece è una ridente località bavarese. Passi il segnale stradale di benvenuto, oggetto di frequenti furti, e pure i tanti turisti buontemponi, armati di battutacce di cattivo gusto. Ora, però, il vaso è colmo: sempre più spesso i residenti vengono tempestati di telefonate più che beffarde. Anonime e provenienti, non a caso, dall'Inghilterra.
Un tempo, agli inizi, era «Fugging». Poi il nome cambiò in «Fuking». E con gli anni si aggiunse una «c». «Fucking» in tedesco non significa nulla. Particolarmente apprezzato, il segnale stradale di benvenuto nella cittadina. «Saranno una quindicina i cartelli stradali rubati negli ultimi due anni», ha raccontato il sindaco Meindl Franz. Duecento euro è il costo per comprare ogni volta la segnaletica.
La popolarità del luogo è aumentata di recente, dopo che l'Ufficio europeo per l'armonizzazione nel mercato interno ha approvato la proposta per l'inserimento del marchio di una birra «Fucking Hell» presentato da una società di marketing in Germania. «Fucking» per la cittadina dell'Alta Austria ed «Hell» è l'abbreviazione per il colore «chiaro» (in tedesco). In inglese, però, è "inferno". «Cosa possiamo farci?», chiede un affranto sindaco. «Appellarci all'Ufficio brevetti? Costerebbe dai 2.000 ai 3.000 euro solo per far aprire la pratica».
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