lunedì 23 settembre 2013

La beneventina "ombra" straccia le concorrenti toscane e marchigiane


Anche la grande distribuzione ormai sente, in alcuni virtuosi casi, il bisogno di tenersi al passo sul fronte birre artigianali. Accade ad esempio con Auchan, che negli ultimi tempi ha fatto incetta di esemplari da 75 cl dal Brennero a Lampedusa, dedicando interi scaffali nelle proprie corsie a un trip brassicolo condensato su e giù per lo Stivale. Prezzo medio fra gli 8 e i 9 euro, ne ho acquistate quattro, questa volta volendo rimanere al centro-sud.

Quella che meno m'ha convinto è stata L'oro di Napoli, chiara 5% del Maneba di Striano (Na), che ho trovato decisamente un po' indisponente. Meglio la Malìa di Birra Amiata made in Arcidosso (Gr), chiara 4% che m'è parsa non abbastanza armonica, per i miei gusti. Buona la 1970 delle Tenute Collesi di Apecchio (PU), ma la vera sorpresa s'è rivelata la "Birra artigianale italiana" commercializzata quasi come prodotto "interno", senza marchio ed ulteriori fronzoli.

Un sorpresa a livello di gusto e aromi, fra l'altro ben più economica delle altre, forse solo un po' troppo carica a livello di anidride carbonica (da aprire con boccale pronto a portata di mano). Già, ma dove arriva l'oggetto misterioso? Facendo compiere 180° alla bottiglia si trova un'unica indicazione: Faicchio (Bn). E allora è facile risalire al produttore "ombra", il birrificio beneventino Saint John's Bier. Da provare.

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