martedì 11 marzo 2014

Birre "bio": ne abbiamo veramente bisogno?

Giorni fa m'è capitato di varcare la soglia di un locale del centro di Bergamo specializzato in prodotti "bio". Tisane biologiche, biscotti biologici, tovaglioli biologici, aria biologica... Per carità, tutto molto bello e apprezzabile. Ma scorrendo il menù, ecco stagliarsi alla mia vista la voce "birra biologica". 

E come potersi esimere? Bene, ordino e giunge al tavolo una simpatica bottiglietta che pare nel layout più simile alle summer-light da spiaggia (tipo Sol o Corona) che all'essenzialità delle artigianali: e infatti è un prodotto tedesco, ma dedicato al mercato italiano (anche l'etichetta è tradotta).

Secondo la descrizione, l'orzo è "bio", il lievito sicuramente "bio" (nel senso letterale della traduzione), pure il luppolo è "bio". Bene, ma è il gusto "bio" a non lasciarmi soddisfatto. Per carità, un parere strettamente personale, ma tanta fatica per un risultato tanto convenzionale, vale la candela?

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