lunedì 6 dicembre 2010
Emigrati dall'Afghanistan, conquistano il Salone del gusto
CITTAREALE (RIETI) - Farro biologico autoprodotto in montagna e acqua purissima che sgorga a oltre 1.600 metri, nel cuore della Valle del Velino. La birra artigianale "Alta quota" al recente Salone del gusto di Torino ha conquistato pubblico e sommelier, ma non è la genuinità di questi straordinari ingredienti a renderla speciale. A farne una bevanda unica è lo speciale gusto di libertà e di dignità riconquistata. A produrla sono Amid e Mohammed. Nascosti in un tir che ha attraversato mezzo continente sono arrivati dall'Afghanistan per chiedere asilo politico in Italia. Del paese che li ha costretti a scappare portano ancora le ferite, nell'animo e sul corpo. Le prime si colgono a occhio nudo, nello sguardo smarrito e allucinato di chi ha vissuto troppo tempo nel terrore. Le piaghe del corpo le ha viste invece Claudio Lorenzini, l'uomo che sta cercando di restituir loro una vita normale. "Per lavorare nel birrificio dovrebbero indossare scarpe antinfortunio, ma Amid ai piedi ha ancora i segni delle torture e ha difficoltà ad indossarle", racconta Lorenzini, amministratore del "Gabbiano", una cooperativa sociale che da anni si occupa di favorire in Italia l'inserimento di chi chiede asilo. Alle sue "cure" sono stati affidate decine di somali, iraniani, kosovari e libanesi.
La scommessa di realizzare il birrificio è stata ancora più azzardata dovendosi confrontare anche con i precetti religiosi. "Sono musulmani credenti e in particolare Mohammed è molto osservante", racconta Isabella D'Attila, una delle operatrici del "Gabbiano" che segue il progetto di Cittareale. "Per fortuna ci hanno spiegato che per loro fabbricare una bevanda alcolica non è un problema, l'importante è non berla. Portare avanti il lavoro durante il mese del Ramadan, tra preghiere ripetute e digiuno, è stata però una bella impresa". Di questo aspetto, come del loro passato e del viaggio per arrivare in Italia, Amid e Mohammed preferiscono non parlare. "All'interno del birrificio facciamo tutto noi, dalla macinazione dei malti fino all'imbottigliamento", si limita a dire con malcelato orgoglio Amid. "Ma per loro il massimo della soddisfazione è stato spillare la 'Alta quota' alla sagra del paese - racconta Lorenzini - Quando davanti a loro si è formata la coda si sono finalmente sentiti importanti e apprezzati. In quel momento vedere i loro occhi brillare è stato qualcosa di impagabile".
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