giovedì 3 marzo 2011

Diffidate degli spillatori cialtroni...



Dei tanti quesiti che si possono fare sulla birra, ad uno in particolare è difficile rispondere con certezza: …”meglio la birra alla spina o in bottiglia”…?  
Di impulso la risposta più ovvia è: meglio alla spina, ma poi l’incertezza prende il sopravvento perché il dubbio non sta nella risposta, ma nell’incompetenza risaputa di tanti gestori che non rispettano le regole più elementari per il servizio della birra alla spina.
Tracciando sommariamente il profilo di un gestore atipico, si riscontrano queste caratteristiche: solitamente è un tipo presuntuoso, refrattario alle innovazioni per migliorare il servizio, abbastanza convinto che il cliente ignora le peculiarità della birra.
Come si presenta generalmente il locale del gestore atipico? I fusti sono accantonati sporchi e il più delle volte in ambienti caldi o addirittura vicino a fonti di calore, se stoccati in cella frigo sono insieme ad altri alimenti.
Inoltre l’impianto alla spina raramente viene risciacquato con acqua corrente, ancora più di rado viene eseguita la sanitizzazione, questo solo per non sprecare poco meno di un litro di birra.
Il raccogli gocce, sotto i rubinetti, è maleodorante a causa di residui di birra inacidita, lasciata a dir poco dal giorno prima.
I bicchieri della birra sono lavati promiscuamente con altri accessori di servizio con l’uso di brillantante, qualche volta passati internamente con canovacci utilizzati per asciugare le mani e altro o messi a sgocciolare su tovagliette di panno putride di acqua stagna, quasi sempre nauseabondi per il tanfo di uova marce.
La spillatura viene fatta nel bicchiere asciutto e caldo, con il beccuccio aderente al bicchiere, servito senza o con abbondante schiuma, perlinato all’interno di copiose bollicine di anidride carbonica che servono solo a dare gonfiore allo stomaco, non mancano a volte particelle di sedimenti che si distaccano dalla tubazione e navigano come sommergibili nel bicchiere.  
Di quanto, in parte, descritto non tutto può essere notato, tanto meno può essere di competenza del cliente, se non quando è preso da malori, più frequenti in soggetti sensibili, mentre per quelli più resistenti e solo una questione di tempo.
Con queste premesse come si può serenamente consigliare la birra alla spina?
A questa deduzione ci sono arrivati molti consumatori che, per non rischiare, si accontentano di una birra in bottiglia rinunciando al piacere di una birra appena spillata.
Mi auguro che in un prossimo futuro, non molto lontano, tutti i consumatori di birra possano ordinare una birra alla spina o in bottiglia, liberi da condizionamenti, solo per scelta soggettiva.    

Franco Giarrusso
Presidente Movimento Italiano per il Turismo della Birra

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