martedì 15 marzo 2011

Giappone, rischio recessione: colpita anche produzione della birra

Il terremoto fa tremare l'economia del Giappone: lo sforzo per la ricostruzione rischia di appesantire il colossale debito del Paese, mentre i danni causati dal sisma potrebbero tradursi in un nuovo calo del Pil, che farebbe ricadere Tokyo in recessione.

Il sisma e lo tsunami si sono abbattuti su zone particolarmente produttive. La regione nord orientale di Tohoku conta per circa l'8% del Pil, con fabbriche che vanno dalla produzione di auto alla produzione di birra, oltre a infrastrutture energetiche comprese una centrale nucleare. Il terremoto ha interessato anche la regione di Kanto che comprende la megalopoli di Tokyo e rappresenta il 40% del Pil.

La chiusura delle fabbriche (oggi Toyota, Honda e Nissan hanno deciso di sospendere da lunedì la produzione in tutti gli impianti nazionali), la riduzione dei consumi di energia elettrica e i danni alla fiducia dei consumatori potrebbero, secondo gli analisti, colpire il Pil del Giappone per diversi mesi. 

La ricostruzione dovrebbero tuttavia consentire di rilanciare la macchina economica. E le autorità sembrano compatte nell'assicurare il sostegno dello Stato: il rischio è che si vada ad accrescere il già colossale debito del Paese, stimato al 200% del Pil e che è costato a Tokyo di recente l'abbassamento del rating da parte di Standard & Poor's. 

Un primo conto del disastro è già stato pagato in Borsa dalle compagnie di riassicurazione, per le quali si prefigurano perdite dell'ordine di circa 10 miliardi di dollari. Da Munich Re a Swiss Reinsurance, tutte ieri sono scivolate in Borsa e ora potrebbero trovarsi a far fronte a perdite, secondo la stima un analista di Stifel Nicolaus & Co., Meyer Shields, «intorno ai 10 miliardi di dollari».



ilmessaggero.it

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