lunedì 4 aprile 2011

La quantita' di alcol che si consuma ha a che fare con una serie di mutazioni del Dna

(ANSA) - Non solo l'alcolismo ha a che fare con una serie di mutazioni del Dna, ma anche la quantita' di alcol che si consuma, pur senza diventare dipendenti, e' 'scritta' in parte nei geni. Lo ha scoperto uno studio internazionale, a cui ha partecipato anche l'Italia, pubblicato dalla rivista Pnas.
I ricercatori hanno studiato le abitudini nei confronti del bere e il Dna di piu' di 26mila persone provenienti da 12 popolazioni europee, indagando piu' di 2,5 milioni di polimorfismi a singolo nucleotide (Snp), cioe' variazioni nell'espressione di singoli geni, sospettate di avere un ruolo nel consumo di alcolici. Tra queste una variazione in un gene chiamato Auts2 ha mostrato di avere un effetto sulla sensibilita' all'alcol. Il risultato e' stato confermato con un esperimento su moscerini della frutta e topi geneticamente modificati, in cui al variare del livello di espressione del gene aumentava o diminuiva la sensibilita' all'alcol.

1 commento:

  1. ergo...uno che beve più di un litro di birra tutte le sere non è un potenziale alcolizzato ma bensì una vittima incosapevole del suo DNA...

    in molti ringrazieranno la scienza per questa fondamentale scoperta!

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